Le prove di accesso alla professione sono previste nella bozza di decreto che riguarda la riforma dell’ordinamento giudiziario oggi approdano in Consiglio dei ministri. Anm: "Lo sconcerto è grande"
Oggi approda in Consiglio dei ministri ( in agenda alle 17.30 a Palazzo Chigi) la norma volta ad introdurre i test psicoattitudinali per i magistrati. Una legge destinata a far discutere inquanto si limita a decidere i contenuti dei test. Il testo demanda infatti ad esperti qualificati il compito di verificare l’idoneità psicoattitudinale allo svolgimento delle funzioni giudiziarie, ma con "rimandi a decreti delegati più approfonditi". Quindi chi ne valuterà i risultati saranno il ministero di via Arenula e, con ogni probabilità, il Csm composto per un terzo da membri laici, cioè eletti dal Parlamento.
Anm: Nordio demanda a se stesso la disciplina, così stabilirà lui
"Il ministro della Giustizia ha demandato a se stesso, ad un suo decreto che non è certo fonte normativa primaria, la disciplina dei test. Stabilirà lui dunque chi meriterà di indossare la toga di magistrato e chi no! E non basta aggiungere che il decreto sarà emanato previa delibera del Csm per nascondere la contrarietà a Costituzione di questo disegno". Così la giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati in merito alla bozza di decreto sui test psicoattitudinali per i magistrati. "Lo sconcerto è grande - conclude la Giunta - pari soltanto alla superficialità con cui si ritiene di poter intervenire in materie così delicate, così costituzionalmente sensibili, come l'ordinamento giudiziario".
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Mi: test per toghe norma incostituzionale e irrazionale
Magistratura Indipendente esprime forte preoccupazione per la proposta normativa volta a verificare ‘l’idoneità psicoattitudinale allo svolgimento delle funzioni giudiziarie’ degli aspiranti magistrati’’. È quanto sottolinea il gruppo dei magistrati di Mi in una nota a firma della presidente Loredana Micciché e del segretario, Claudio Galoppi. ‘’La previsione normativa presenta plurime e gravi criticità - sottolinea - La prima è l’evidente eccesso di delega, essendo la valutazione psicoattitudinale dei magistrati del tutto estranea all’oggetto della delega". "La seconda è l’indeterminatezza e la scarsa precisione della norma, priva dei necessari presupposti di scientificità’’ spiega la nota.La terza criticità ‘’è il rallentamento dei tempi di definizione delle procedure concorsuali, cosa ancor più grave e irrazionale in considerazione dell’esigenza di una rapida assunzione di nuovi magistrati al fine di ottemperare agli obiettivi del Pnrr’’, conclude la nota.