Mes, Conte contro le accuse di Meloni in Parlamento: cosa deve stabilire il Giurì d'onore

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Lo scorso 13 dicembre la presidente del Consiglio ha detto che il secondo governo presieduto dal leader del M5s ha firmato la riforma del trattato con cui è stato istituito il Meccanismo Europeo di Stabilità a gennaio 2021, ormai "dimissionario", "contro il parere del Parlamento" e con "il favore delle tenebre". La commissione ha ascoltato entrambi, ma non ha alcun potere coercitivo o sanzionatorio e la sua relazione verrà semplicemente letta alla Camera, senza che ci sia dibattito o votazione

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Il 9 febbraio verrà presentata alla Camera la relazione del Giurì d’onore in merito allo scontro sul Mes tra il leader del M5S Giuseppe Conte e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Come ha dichiarato il presidente del Giurì, il forzista Giorgio Mulè, "i lavori sono andati avanti nel consueto clima di serenità che ha contraddistinto l'azione della Commissione", sebbene la parte più spigolosa sia stata quella politica, dove bisognava effettivamente "tirare le somme" prima di riferire in Aula. Nelle scorse settimane entrambi i protagonisti sono stati ascoltati per cercare di capire se l’accusa che la premier ha rivolto al presidente M5S lo scorso 13 dicembre - quando ha dichiarato che il suo governo, il Conte 2, ha firmato il Mes da "dimissionario", "contro il parere del Parlamento" e con "il favore delle tenebre" - sia lesiva dell’onorabilità dell’ex presidente del Consiglio oppure no. 

Cos’è il Giurì d’Onore

Il Giurì d'Onore è nominato dal presidente della Camera su richiesta di un deputato che si senta leso nella sua onorabilità da accuse che gli siano state mosse nel corso di una discussione, e ha come compito quello di valutare la fondatezza di tali addebiti. Della relazione del Giurì l'Assemblea si limita a prendere atto, senza dibattito né votazione. Nella prassi parlamentare la nomina di un Giurì d'onore presuppone tre elementi: in primis l'addebito personale e diretto di un parlamentare nei confronti di un altro nel corso di una discussione; in secondo luogo fa riferimento a fatti determinati e non è quindi l'espressione di un giudizio o una opinione; e infine la possibilità che la commissione di indagine, priva di poteri coercitivi, possa acquisire elementi di conoscenza in ambito parlamentare o attraverso testimonianze spontanee degli interessati. Il numero di componenti è variabile e presenta una proporzione che rispetta le rappresentanze in Parlamento. Visto che non ha praticamente poteri viene convocato molto di rado e, non avendo nessuna funzione sanzionatoria o punitiva, le controversie parlamentari portate davanti al Giurì si sono spesso risolte con semplici scuse o con un nulla di fatto, anche davanti ad accuse accertate potenzialmente più gravi. Il Post ha raccontato il caso più eclatante: nel 1999 Roberto Manzone dell’UDEUR, partito di centro, chiese un Giurì per valutare le affermazioni di Paolo Bampo, del Gruppo Misto, che aveva dichiarato all’Ansa di aver ricevuto una grossa offerta in denaro, circa 200 milioni di lire, da un altro deputato, Luca Bagliani, per passare all’UDEUR. Bagliani negò le accuse e minacciò di denunciare Bampo: a questo proposito il Giurì venne istituito e decretò che Bampo avesse detto la verità, ma non ci furono conseguenze né per Bagliani né per l’UDEUR.

25/10/2022 Camera dei Deputati seduta per il voto di fiducia al governo  Meloni nella foto l' aula (ROMA - 2022-10-26, Stefano Carofei) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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La versione di Meloni

La versione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni poggia su due punti in particolare: a suo dire, infatti, Conte ha dato il via libera alla riforma del Mes quando il suo governo era dimissionario e contro la volontà espressa dal Parlamento. Come sottolinea Pagella Politica, non è però corretto parlare di voto contrario dei parlamentari visto che la risoluzione della maggioranza del 9 dicembre 2020, presentata sia alla Camera che al Senato, dove si impegnava il governo a "finalizzare l’accordo politico raggiunto all’Eurogruppo e all’ordine del giorno dell’Euro Summit sulla riforma del trattato del Mes" ha visto il voto a favore della maggioranza dei parlamentari, soprattutto di quelli dei partiti membri dell'esecutivo. Come sottolinea sempre Pagella Politica, la firma alla riforma, avvenuta il 27 gennaio 2021, è avvenuta mentre il governo era dimissionario, ma il rappresentante italiano, Maurizio Massari, aveva ricevuto il mandato il 20 gennaio, quando ancora l'esecutivo era nel pieno delle sue funzioni.

La versione di Conte

Il presidente M5S, d’altro canto, ha sostenuto invece come il Mes lo abbia in realtà portato (indirettamente) Meloni con il governo Berlusconi IV (2008-2011) di cui lei faceva parte. Un’accusa anche questa non completamente corretta, come evidenzia Pagella Politica, visto che il trattato ufficiale che ha istituito il Mes è stato firmato a febbraio 2012 dal governo tecnico di Mario Monti e poi approvato dalle Camere. A votare a favore furono molti parlamentari dell’allora Popolo delle Libertà, contenitore politico di cui facevano parte Forza Italia e Alleanza Nazionale, ma non Giorgia Meloni, allora assente. La Lega Nord, invece, si schierò contro.

''Il ministro Giorgetti interviene all #Eurogruppo a Bruxelles. Si discute anche di competitività area Ue, programma Eurogruppo 2024, Mes'', è quanto si legge in un post su x del Mef, 15 gennaio 2024. X MEF +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

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