Trent’anni fa Berlusconi lanciava Forza Italia. Le sfide della "creatura del Cavaliere"
PoliticaIl 26 gennaio 1994 la videocassetta che cambiò la storia della politica italiana. L’eredità dell’ex premier e il futuro di un partito stretto tra Meloni e Salvini
L’Italia è il Paese che amo: la scrivania set, la calza sulla telecamera. Trent’anni fa l’avventura politica di Silvio Berlusconi irrompe sulla scena di un Paese che lo amerà e lo odierà insieme. Una videocassetta inviata a tutti i telegiornali dell’epoca, suoi compresi. Un giorno che è uno spartiacque, per cui nulla sarà più come prima. neanche la politica. Trent’anni dopo c'è ancora Forza Italia, a guardare tra speranze e timori il futuro: "la sua creatura", l'hanno chiamata generazioni di cronisti.
L'evento all'Eur
Gli eredi, ma senza la famiglia - assenza che scatena i retroscena - si ritrovano in un salone dell’Eur a ricordare e celebrare. Tocca a Tajani tenerne insieme spinta, valori e coerenza, in un partito che dopo la morte del padre e fondatore ha nei sondaggi, quasi un'invenzione del Cavaliere, percentuali che non ne rendono facile la navigazione.
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Il banco di prova delle Europee
Le prossime Europee saranno il primo vero banco di prova. I vertici azzurri ci guardano speranzosi, perché il concomitante periodo non roseo della Lega potrebbe portare in dote risultati migliori di quelli ipotizzati solo qualche mese fa. E poi ci sono le Regionali. Sempre dalla destra leghista era arrivata l’insidiosa richiesta di un sacrificio pari a quello fatto dalla Lega in Sardegna e la non ricandidatura del governatore uscente in Basilicata. Ha tenuto il punto fermo Tajani e Bardi, presidente con un alto indice di gradimento, è stato per ora blindato da Fratelli d’Italia. Il partito di quella Giorgia Meloni che in un post ricorda le “tante le battaglie affrontate insieme”, e rivolge un pensiero a “Silvio, il cui impegno e ricordo continua a ispirare il nostro percorso”. Lei “supponente, prepotente arrogante e offensiva” aveva scritto Berlusconi in un foglietto, non nascosto ai fotografi, dopo aver incassato il no a Ronzulli ministra e aver mandato al diavolo La Russa. “Giorgia non ha disponibilità ai cambiamenti, è una con cui non si può andare d'accordo". Una premier che all’inizio qualcuno aveva voluto immaginare erede del Cav e che ora, da quella Forza Italia, partito ancorato al PPE, legato alle bandiere di un centrodestra moderno, non può smarcarsi. Ce lo chiede l’Europa, direbbe qualcuno.
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L'omaggio di Salvini
Omaggia Silvio anche Matteo Salvini che pure Forza Italia ha cercato di svuotarla, avvicinando più di un parlamentare. Stagione archiviata almeno per ora: "Avanti insieme nel tuo nome" scrive Matteo Salvini che evocando proprio il berlusconiano amore per l'unità del centrodestra ha ceduto sulla partita sarda.
Il futuro di Forza Italia
Il 23 e il 24 febbraio a congresso, di nuovo Tajani sarà indicato guida, mai Presidente che di quello ce n’è uno solo, di un partito che vede a livello territoriale crescere minoranze, magari forti della vicinanza con l’ultima compagna di Berlusconi, Marta Fascina.
Minoranza, parola che - ai tempi del Cavaliere - non avrebbe avuto senso. Di quei tempi restano Gianni Letta, più o meno defilato a seconda delle letture, e Fedele Confalonieri a fare da tramite con la famiglia. Che potrebbe sempre giocare la, pericolosissima, carta dell’erede in campo, ma il cui sostegno economico è necessario, anzi vitale. Per ora, quello è “garantito in virtù dell’affetto per la creatura politica cui Silvio Berlusconi ha dedicato gli ultimi 30 anni della sua vita". Ma la richiesta è quella di un impegno “a proseguire nel percorso, peraltro già intrapreso, di rafforzamento della propria dotazione finanziaria". Un messaggio che ad orecchie attente suona come non del tutto rassicurante