Consulta, presidente Barbera definisce le donne impazienti poi precisa: "Ne hanno diritto"
PoliticaIl neopresidente della Consulta, nel suo discorso di insediamento, aveva detto che, nel campo dei diritti, "nell’auspicare nuovi traguardi non bisogna dimenticare i progressi che sono stati fatti", rivolgendosi in particolare a "molte donne impazienti". Dopo le polemiche, la precisazione: "Non mi sognerei mai di pensare che l’impazienza di reclamare un diritto possa in qualche modo avere un’accezione negativa"
"Lo dico in particolare a molte donne impazienti", "nell’auspicare nuovi traguardi non bisogna dimenticare i progressi che sono stati fatti" nel campo dei diritti, dall'adulterio femminile al diritto d'onore. Parole quelle del neopresidente della Consulta Augusto Barbera nel suo discorso di insediamento, che hanno suscitato molte polemiche sui social per quell’aggettivo "impazienti", giudicato da molti una scelta infelice. "Non bisogna dimenticare tutto ciò che è stato fatto - aveva ribadito Barbera -. Da quello che è stato fatto si ha la possibilità di avere ulteriori progressi, ma sapendo che la strada è importante con tempi che vanno rispettati".
Le critiche sui social e da esponenti politiche
Tante le voci critiche che si sono levate sui social. Tra le altre, anche quella dell’esponente del Pd Alessandra Moretti che su X ha scritto: "Le donne #impazienti non tollerano più maschi imbecilli, medievali e patriarcali. Siamo un esercito e non staremo più a guardare in silenzio. Abbiamo perso secoli di parità, ora corriamo lasciando alla polvere chi non riesce a tenere il nostro passo". Una frase, quella di Barbera, ritenuta di "una gravità inaudita” anche dalla parlamentare leghista Simonetta Matone che ai microfoni di Rete 4 ha accusato: "Il sottotitolo è: 'Avete avuto già tanto, adesso per avere di più dovete avere pazienza'".
La precisazione
Un clamore che ha portato poi il giurista a precisare: “Non mi sognerei mai di pensare che l’impazienza di reclamare un diritto possa in qualche modo avere un’accezione negativa. Al contrario, le donne hanno tutto il diritto di essere impazienti, ed è questo che ho affermato nella conferenza stampa, sottolineando al contempo che, anche grazie alla Corte costituzionale, si è profuso il massimo impegno per raggiungere un giorno l’obiettivo, purtroppo ancora lontano, della piena parità dei generi. Mi auguro che da questo percorso, intrapreso molti anni fa, si continui a trarre alimento per le lotte che riguardano tutti noi”.