A Live In Genova il ministro dell'Interno spiega che il conflitto Israelo-palestinese e la situazione generale internazionale hanno spinto il governo a non abbassare la guardia sulla sicurezza, tema che ha caratterizzato diverse misure del decreto approvato oggi: "Non ci sono minacce specifiche segnalate", dice Piantedosi, e conferma la sospensione di Schengen alla frontiera con la Slovenia per altri 20 giorni. Poi spiega i termini dell'accordo con l'Albania sui migranti
L'allerta terrorismo in Italia resta alto e l'accordo di Schengen con la frontiera slovena resta sospeso. Ad annunciarlo è il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi intervistato a Live In Genova. "Il conflitto Israelo-palestinese e la situazione generale internazionale - spiega Piantedosi - ci hanno spinti a innalzare la soglia di allerta. Non ci sono minacce specifiche segnalate, ma è una questione di ordine generale. Abbiamo diversi punti sensibili in Italia. La sospensione di Schengen al confine sloveno è stata necessaria per controllare il flusso di migranti su quella frontiera, abbiamo fatto numerosi controlli. Dietro l’immigrazione si può nascondere l’ingresso di persone legate a organizzazioni terroristiche. Manterremo la sospensione finchè sarà necessaria. Ho richiesto già l’ulteriore proroga di 20 giorni" (SEGUI LA DIRETTA DI LIVE IN GENOVA).
Piantedosi: accordo con Albania ci aiuta a gestire i flussi di migranti
Sull'accordo tra Italia e Albania per il trasferimento oltre l'Adriatico di una parte dei migranti salvati in mare, Piantedosi spiega: "Spero che le nostre azioni innanzitutto servano a prevenire le partenze, ma laddove è necessario ci auguriamo che questo protocollo con l’Albania ci aiuti per la gestione dei migranti tratti in salvo. Il sistema di soccorso in mare è disciplinato da normative internazionali. Le ong provvedono al 4-5% dei salvataggi in acque internazionali. Le nostre forze intervengono anche oltre le acque nazionali". Poi spiega: "In Albania viene fatto un hotspot di sbarco iniziale, poi avviene il trasferimento in una struttura più ampia. Riguarderà solo le persone provienienti da Paesi terzi sicuri, senza violazioni dei diritti o in guerra. Verranno espletate le misure e le pratiche di protezione internazionale. Tutto in poche settimane. Se necessario, la persona viene rimpatriata in 28 giorni. Se invece occorre un termine maggiore per il procedimento, è necessario il trasferimento in un'altra ala della stessa struttura: qui arriverà una risposta entro 18 mesi. Non facciamo altro che applicare la normativa europea: le norme consentono infattidi trattenere la persona" con un provvedimento di carattere giudiziario.
Piantedosi: armi ad agenti fuori servizio? Non vedo rischi
Su una delle norme più discusse del dl Sicurezza, quella delle armi private a disposizione degli agenti fuori servizio, Pichetto Fratin spiega: "Non ci vedo una portata di particolare preoccupazione. Ho una fiducia totale negli appartenenti alle forze di polizia. Non c'è alcun privilegio nella misura adottata. La possibilità di portare l'arma non in dotazione è già prevista per gli ufficiali di pubblica sicurezza. La norma viene solo estesa. L'esigenza è stata ravvisata da più parti perché si tratta di personale che dobbiamo considerare permanentemente in servizio. Sono innumerevoli i casi di intervento fuori servizio. Non ci vedo niente di particolarmente dirompente sul fronte delle preoccupazione".
Piantedosi: rischio tensioni sociali? Preoccupazione c'è, ma confido in dialogo
Sul rischio di una stagione di tensioni sociali, a cominciare dallo sciopero generale delle prossime ore, Piantedosi afferma: "Paura no, è una preoccupazione che dobbiamo sempre porre. Confido nella capacità tra le parti sociali e nel dialogo che abbiamo come governo che il buon senso farà sempre sì che ogni legittima discussione sia sempre contenuta in una dialettica democratica".