Chi è Francesco Talò, il consigliere diplomatico di Meloni dimessosi dopo telefonata fake
PoliticaNato a La Spezia e laureato in Giurisprudenza a Roma, ha 65 anni. Era stato scelto come consigliere diplomatico da Meloni nel 2022, poco dopo l’insediamento del nuovo governo. Si è dimesso dopo la telefonata truffa orchestrata dai due comici russi Vovan e Lexus: “Ho ritenuto giusto assumermi la responsabilità”. In quarant’anni di carriera diplomatica ha ricevuto incarichi presso la Nato, l’Onu, gli Stati Uniti, Israele, il Pakistan e l’Afghanistan
Francesco Maria Talò è l’ormai ex consigliere diplomatico di Palazzo Chigi. Come annunciato ieri da Giorgia Meloni, l’ambasciatore si è dimesso dopo la telefonata truffa orchestrata dai due comici russi Vovan e Lexus: telefonata in cui la premier ha parlato per 13 minuti con i due, pensando invece di avere dall’altra parte della cornetta il presidente della commissione dell'Unione africana. Talò si era preso la responsabilità di quanto accaduto già nel comunicato diffuso mercoledì da Palazzo Chigi. Poi ieri è arrivato il passo indietro: Talò si è dimesso da capo dell'ufficio diplomatico della presidente del Consiglio.
Le dimissioni di Francesco Maria Talò
Annunciando le dimissioni e ringraziandolo per il suo lavoro, Meloni ha detto: “È un gesto di grande responsabilità per una persona consapevole, da capo ufficio, che questa situazione è stata gestita con una leggerezza che ha esposto la nazione”. In realtà, da quanto emerge, la decisione di Talò avrebbe creato una certa sorpresa nel governo: in molti davano per scontato che avrebbe lasciato l'incarico a febbraio, quando sarebbe scattato il pensionamento. Secondo altre fonti, è stata una mossa "inevitabile per chi ha il suo senso delle istituzioni".
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Talò: “Non deve succedere, ma è successo”
Dopo le dimissioni, Talò ha parlato di quanto successo in un’intervista a Libero. “L’interlocutore era interessante. Abbiamo ricevuto una mail proveniente da un indirizzo plausibile e quindi si è svolta la telefonata con i suoi normali preparativi. Nella conversazione il presidente del Consiglio ha dimostrato una perfetta coerenza tra il suo pensiero ben conosciuto e le cose che ha detto. Questo è l’episodio, è adesso evidente che la gestione dell’episodio avrebbe potuto essere migliore, perché altrimenti non saremmo caduti nell’inganno. Un inganno che ci accomuna a tanti leader illustri, dotati di importanti apparati, strutture che li assistono, Paesi che dedicano alla sicurezza una notevolissima attenzione. Non deve succedere, ma è successo", ha spiegato. E ha aggiunto: "Io ho ritenuto giusto assumermi la responsabilità per non aver effettuato quelle verifiche supplementari che sarebbero state opportune, sia pure in un contesto di grande impegno, di sovraccarico di lavoro del mio ufficio e di plausibilità del messaggio ricevuto. La vicenda ha suscitato uno scalpore che credo non si sia verificato in casi analoghi altrove e così ho ritenuto di dover rassegnare le mie dimissioni”. Poi ha ribadito: “Io credo sempre opportuno assumersi le proprie responsabilità. Capisco che non sia molto comune, ma è un mio modo di essere. Penso di essere stato coerente, io prima di 40 anni di carriera diplomatica sono stato ufficiale dei Carabinieri, questa è un’esperienza che mi è rimasta per sempre, anche perché viene da una tradizione di famiglia. E questo senso del dovere, del sacrificio, del sentirsi sempre in obbligo nei confronti dello Stato, della nazione, fa parte della mia natura”.
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Chi è Francesco Maria Talò
Talò, già ambasciatore presso la Nato, tessitore dei rapporti con Washington, ha quindi vissuto la sua ultima missione per Palazzo Chigi nella delegazione italiana a Londra per il summit sull'intelligenza artificiale. Nato a La Spezia e laureato in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, ha 65 anni, è sposato e ha tre figli. Era stato scelto come consigliere diplomatico da Meloni nel 2022, poco dopo l’insediamento del nuovo governo. Dal 2019 è rappresentante permanente della delegazione italiana nella Nato a Bruxelles: in questi ultimi mesi ha seguito dossier importanti come l’Ucraina e il futuro dell’Alleanza Atlantica. Dal 2017 è “ambasciatore di grado”, il livello più alto che si può raggiungere nella carriera diplomatica. Tra il 2017 e il 2019 è stato responsabile per la sicurezza cibernetica al ministero degli Esteri, tra il 2017 e il 2018 coordinatore della Conferenza Osce per la lotta all’antisemitismo. In passato ha ricoperto incarichi diplomatici anche negli Stati Uniti (tra cui console a New York), in Israele (ambasciatore), in Pakistan e in Afghanistan (inviato speciale del ministro degli Esteri). È stato anche direttore per il Sud America alla Farnesina. A New York ha lavorato anche presso la rappresentanza permanente d’Italia alle Nazioni Unite (era lì l’11 settembre 2001). A Palazzo Chigi era già stato consigliere diplomatico aggiunto e primo consigliere durante alcuni governi Berlusconi. Ora, dopo aver lasciato l’incarico di consigliere diplomatico di Meloni, dovrebbe tornare in servizio al ministero degli Esteri e, nel caso, ricevere nuovi incarichi. A febbraio, comunque, è prevista la pensione.