Giorgia anno secondo: le guerre, l’economia, l’immigrazione

Politica
Massimo Leoni

Massimo Leoni

Un anno fa le preoccupazioni per la sicurezza erano per i rave infiniti e più o meno legali. Oggi il problema è la ripresa del terrorismo di matrice islamica. Un anno fa la situazione geopolitica presentava una zona di crisi acuta e di guerra, l’Ucraina invasa dalle truppe russe. Situazione sulla quale è sembrato facile per il governo orientarsi sul solco, già seguito da Draghi, delle tradizionali appartenenze: Occidente, Alleanza atlantica, Europa. Per nulla esauri

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E adesso bisogna prepararsi all’anno secondo di Giorgia. La luna di miele con il suo elettorato pare continuare, ma tutto il resto va avanti e si direbbe non nella direzione che questo governo – come nessun governo, di qualsiasi tipo e colore - avrebbe auspicato.

Una guerra, due guerre

Un anno fa le preoccupazioni per la sicurezza erano per i rave infiniti e più o meno legali. Oggi il problema è la ripresa del terrorismo di matrice islamica. Un anno fa la situazione geopolitica presentava una zona di crisi acuta e di guerra, l’Ucraina invasa dalle truppe russe. Situazione sulla quale è sembrato facile per il governo orientarsi – pur con sensibilità diverse nella maggioranza – sul solco, già seguito da Draghi, delle tradizionali appartenenze: Occidente, Alleanza atlantica, Europa. Per nulla esaurito quel fronte, se n’è aggiunto un altro.

Medioriente: la spina nel fianco del Mediterraneo

Quel Medioriente da sempre spina nel fianco della tranquillità Mediterranea. Anche qui c’è un solco entro il quale muoversi: due stati per due popoli. Lo ripete anche in queste ore, Giorgia Meloni. Lo ripete il suo ministro degli Esteri. Da qualche giorno, è più uno slogan vuoto che un - pur difficilissimo - obiettivo politico e diplomatico. Il governo italiano dovrà trovare altro per orientarsi - e magari agire - in uno scenario che richiede ora dopo ora di farsi domande su bene e male. E darsi (e dare) delle risposte.

L’energia e l’hub a rischio

Anche il resto del futuro, il resto delle scelte del governo Meloni ruota intorno a queste due crisi. Alla loro evoluzione. Al loro esito. Per esempio. La grande questione migratoria – che così tanto interessa l’esecutivo - sarà di certo influenzata dalla situazione in Medioriente. Poi. L’invasione dell’Ucraina ha posto la partita dell’energia in cima all’agenda dei governi Europei. Quello italiano vuole fare del nostro paese l’hub energetico d’Europa, per la sua posizione nel Mediterraneo. Ma questo presuppone che il Mediterraneo sia e continui ad essere un mare sicuro. Oggi questo non si può dire.

Economia, tassi, patto di stabilità

L’economia è sembrata premiare il ministero Meloni fino a qualche settimana fa. Ora non più. La crescita è la sfida dei prossimi mesi, dei prossimi anni. Ed è ferma. Anche qui, vincoli esterni ed interni dicono di una sfida complicata. Per vincerla, la spesa pubblica è quasi inutilizzabile: altissimo debito, trattativa in salita con l’Europa sul nuovo patto di stabilità, tassi d’interesse che resteranno su livelli sostenuti. E sull’attitudine all’innovazione e a una maggiore produttività del sistema Italia il governo può poco.

Elezioni, Europa e migranti

Non bastasse, c’è un’altra grande incognita. Le elezioni europee e il governo che verrà a Bruxelles. Le prime possono rendere la coesione interna alla maggioranza meno scontata. Il secondo cambiare i nostri rapporti con l’Europa e quelli dell’Europa con noi. Immigrazione – naturalmente – inclusa.

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