Riforma giustizia, Nordio: vado avanti, non sono castigamatti dei pm

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In un'intervista al Corriere della Sera il ministro della Giustizia spiega: "Le mie ispezioni straordinarie si contano sulle dita di una mano. O poco più. È vero invece che ho annunciato ispezioni nei casi di fughe di notizie e di diffusioni di intercettazioni riservate, che per fortuna in questi mesi sono diminuite. Forse anche per effetto di questa deterrenza, che evidentemente funziona"

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Pensare "che un ministro che per 40 anni è stato un pm diventi un 'castigamatti' dei suoi colleghi è quantomeno bizzarro", afferma al Corriere della Sera il ministro della Giustizia Carlo Nordio. "Le mie ispezioni straordinarie si contano sulle dita di una mano. O poco più - assicura -. È vero invece che ho annunciato ispezioni nei casi di fughe di notizie e di diffusioni di intercettazioni riservate, che per fortuna in questi mesi sono diminuite. Forse anche per effetto di questa deterrenza, che evidentemente funziona". Il guardasigilli ritiene "puerile che si inventino contrasti inesistenti" con Meloni, "nella vana speranza di farci innervosire o magari litigare". "Con la premier - mette in chiaro Nordio - siamo in sintonia perfetta e ci sentiamo regolarmente". Le voci di sue dimissioni "sono il riflesso pavloviano di chi teme le riforme che stiamo elaborando", dice. Ma "non si illudano - avvisa il ministro -. Le riforme le faremo, come da cronoprogramma". Anche sulla prescrizione - spiega - "la riporteremo nell'ambito del diritto sostanziale, come causa di estinzione del reato e non di improcedibilità". Sul doppio suicidio nel carcere delle Vallette, "per quanto ho potuto capire era stato fatto tutto il dovuto. Ma la prevenzione di un suicidio è praticamente impossibile", ammette Nordio. "Va detto, però, che la nostra situazione carceraria è la sedimentazione di decenni di disinteresse, per non dire di errori, trascuratezze ed economie esasperate", precisa. "Se avessi la bacchetta magica e i soldi a sufficienza costruirei subito almeno una cinquantina di carceri modello", "ma nessuno le vuole vicino casa", spiega il guardasigilli. "È più facile assumere duemila agenti penitenziari e usufruire di spazi esistenti", e "il monitoraggio delle caserme è già iniziato". 

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