Ragazza a Pichetto Fratin: "Ho l’eco-ansia, lei non ha paura?". Lui si commuove. VIDEO

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Il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica ha risposto alle domande di alcuni giovani durante il Giffoni Film Fest. Molti i quesiti riguardo al cambiamento climatico e alle strategie per combatterlo. Poi l’intervento di Giorgia, una ragazza che tra le lacrime ha confessato: “Ho molta paura per il mio futuro”. Durante la sua risposta, anche il ministro si è commosso

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“Io soffro di eco-ansia, lei non ha paura per i suoi nipoti?”. È questa la domanda che ha fatto commuovere il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Gliel’ha posta una ragazza di nome Giorgia, durante l’incontro al Giffoni Film Fest. Il ministro ha risposto a vari quesiti sul cambiamento climatico, ma non è riuscito a trattenere le lacrime quando la giovane - anche lei commossa - ha confessato: “Ho molta paura per il mio futuro”.

La domanda di una ragazza e le lacrime del ministro

“Le confesso, ministro, che ho molta paura per il mio futuro. Io personalmente soffro di eco-ansia e alle volte penso che io non ho un futuro. Perché la mia terra brucia. In questi giorni in Sicilia sta bruciando tutto. E io non so se voglio avere figli, ministro. E quindi la mia domanda è, dato che voi parlate di 2030 e di 2050, obiettivi che sinceramente sento lontani: lei non ha paura per i suoi figli, per i suoi nipoti?”, ha chiesto Giorgia a Pichetto Fratin, interrompendosi ogni tanto per la commozione. “Grazie davvero”, ha risposto il ministro, che è anche nonno. Poi, commuovendosi a sua volta, ha aggiunto: “Io ho la forza del dubbio. E lo dico sinceramente. Ma abbiamo un dovere. Ho io il dovere della carica che ricopro, ho il dovere verso di voi, ho il dovere verso i miei nipoti”.

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Le domande sul cambiamento climatico

Durante l’incontro sono state tantissime le domande che i giovani hanno posto al ministro sul cambiamento climatico e sul contrasto alle emissioni di CO2. "Non entro nel merito del dibattito sul cambiamento climatico, quando è cominciato, quando non è cominciato. La realtà di chi governa è prendere atto che il cambiamento climatico c'è e noi dobbiamo fare di tutto per mitigare e adattare il sistema", ha detto rispondendo a una domanda sulle recenti polemiche dopo il suo intervento di qualche giorno fa a Start su Sky TG24 (“Non so quanto sia dovuto all'uomo o al cambiamento terrestre”, aveva detto riguardo al cambiamento climatico). "Chi governa – ha aggiunto Pichetto Fratin – ha il dovere di leggere la realtà e ci rendiamo conto che siamo tutti condizionati dal cambiamento climatico. Lo stiamo affrontando con determinazione, ma anche con realismo e con l'obiettivo di arrivare alla neutralità delle emissioni nel 2050 e con quello intermedio del 55% entro il 2030. Dobbiamo recuperare un po' sul passato e non dobbiamo dimenticare che nel nostro Paese i due terzi dell'energia elettrica sono prodotti ancora da fossili. Io stesso ho dovuto firmare l'atto di indirizzo per il carbone. È stata come una coltellata. Ma la realtà è questa e il mio auspicio è di ribaltare questo rapporto nel 2030 con un terzo di energia elettrica di provenienza fossile, e solo da gas, che tra i fossili è il meno inquinante". Secondo Pichetto Fratin, inoltre, "bisogna misurarsi con la realtà e anche con l'economia perché il rischio è che a pagare le conseguenze di tutto questo siano coloro che sono già indietro, i poveri del mondo".

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I giovani, ha aggiunto il ministro, hanno un grande compito, quello di far comprendere ai governi quanto queste questioni siano importanti per loro, "perché il pianeta noi ce lo abbiamo in prestito, appartiene a loro”. “Però sognare va bene – ha detto ancora Pichetto Fratin – ma non si può perdere il contatto con la realtà. Resta la necessità di intervenire. Lo dico da nonno di otto nipoti. Sono dell'idea che l'Europa ce la possa fare ad arrivare alla neutralità delle emissioni nel 2050. Alle Cop di Parigi a quella di Glasgow l'impegno espresso è verso quei Paesi che soffrono di più, che sono meno ricchi. L'Europa, non dimentichiamolo, è ricca rispetto a tanti miliardi di persone che vivono in difficoltà. È legittimo che i Paesi più poveri recriminino contro chi si è finora arricchito sfruttando le loro risorse e oggi questi stessi Stati vorrebbero imporre limiti alla crescita economica per la salvaguardia del clima e dell'ambiente. Un meccanismo simile rischia di innescarsi anche in Europa quando si vogliono imporre regole generali che non tengono conto delle peculiarità nazionali. Anche l'Italia deve rispettare le scadenze concordate, ma è necessaria una pianificazione nazionale".

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