Caso Santanchè, ministra del Turismo respinge le accuse sulla gestione delle sue società

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Andrea Maggiore

Andrea Maggiore

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La ministra annuncia querele ma la Lega chiede che venga a chiarire in Parlamento

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Daniela Santanchè non ci sta a farsi impallinare dai media e dalle opposizioni sulla gestione delle sue aziende. La trasmissione di Rai3 tira in ballo i comportamenti delle sue aziende: "Bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione e ditte del tanto celebrato Made in Italy messe in difficoltà o addirittura strozzate dal mancato saldo delle forniture" e l'uso della cassa integrazione covid durante la pandemia. Ma se le opposizioni chiedono le sue dimissioni ora anche dalla Lega c'è chi invoca chiarezza. "Il Ministro Santanchè ha detto di essere assolutamente tranquilla, ha detto che quando sarà il momento verrà in Parlamento a spiegare le sue ragioni - dice il capogruppo Riccardo Molinari - aspettiamo che il ministro Santanchè spieghi le sue ragioni ma i processi non si fanno in televisione con le inchieste giornalistiche, se ci sarà qualcosa saranno altri organismi a dover intervenire non certo Report".

La Lega chiede alla Santanchè di riferire in Parlamento

La procura di Milano lo scorso autunno aveva acceso un faro sulla società Visibilia editore chiedendo "l'udienza per l'accertamento dei presupposti per la liquidazione giudiziale", ovvero il fallimento. La ministra del Turismo ribatte colpo su colpo e dà mandato ai suoi legali in tutte le sedi giudiziarie per tutelare la sua reputazione. Le notizie diffuse da Report "risultano prive di corrispondenza con la verità storica - afferma Santanchè - sono state rappresentate in forma del tutto suggestiva ed unilaterale per fornire una ricostruzione dei fatti che risulta radicalmente non corrispondente al vero, ispirata esclusivamente dalla finalità di screditare l'immagine e la reputazione presso l'opinione pubblica".

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Il caso Santanchè si è subito deflagrato nei palazzi della politica: palazzo Chigi segue la vicenda che rischia di mettere in imbarazzo il governo. Da Fratelli d'Italia - il partito della ministra - arriva la solidarietà dei capigruppo di Camera e Senato Tommaso Foti e Lucio Malan. "Certi esponenti della sinistra non si sono ancora resi conto che gli unici a essere dimissionati sono loro dagli elettori", attacca Foti. Le opposizioni si ricompattano nel chiedere le dimissioni di Santanchè. "Quello che emerge da questa inchiesta credo che mini l'affidabilità e la credibilità di tutto il governo, per questo chiediamo a Meloni di riferire in Aula", incalza Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera. Il passo indietro viene richiesto a gran voce da Carlo Calenda e dal Movimento 5 stelle. "La cosa più paradossale è che questo governo ha imbastito sul patriottismo imprenditoriale e sulla tutela del "made in Italy" gran parte della sua pompatissima narrazione economica", dichiarano i grillini. 

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