Decreto migranti, la Camera conferma la fiducia: 213 sì

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Giovedì è previsto il voto finale sul provvedimento, già approvato al Senato nelle scorse settimane. Ieri sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità al decreto. Ma le opposizioni continuano a criticare il testo

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La Camera ha confermato la fiducia al governo sul Dl Migranti: 213 voti a favore, 133 contrari e cinque astenuti (LO SPECIALE MIGRANTI). Domani mattina dalle 9 alle 13 si terranno le dichiarazioni di voto e il voto sugli ordini del giorno. Dalle 13 alle 14.30, ci saranno le dichiarazioni di voto e il voto finale sul provvedimento, già approvato al Senato. Nella giornata di ieri la Camera aveva respinto le pregiudiziali di costituzionalità al dl presentate da Avs, Pd e M5s. Il decreto, varato dal Consiglio dei ministri dopo la tragedia di Cutro, oltre a disciplinare la questione dei flussi, nella sua parte penale si pone l'obiettivo di perseguire gli scafisti. Chi porta in Italia, in modo irregolare, i migranti con metodi pericolosi verrà punito con pene dai 20 ai 30 anni se da ciò deriva la morte anche non voluta dei migranti, come è avvenuto proprio a Cutro. C'è poi una stretta ai permessi speciali.

Nodo ricorsi su protezione

A creare dubbi è però l'articolo 7 ter del dl migranti, introdotto al Senato: potrebbe creare dei problemi interpretativi arrivando addirittura a precludere eventuali ricorsi contro le decisioni di inammissibilità (ma non il rigetto) delle domande di protezione internazionale. A sottolinearlo è stato il comitato per la legislazione della Camera. Un dubbio interpretativo sul quale si starebbe ragionando all'interno della maggioranza per valutare eventuali correttivi al testo che potrebbero essere decisi in una nuova norma ad hoc da parte del Cdm. A chiedere una limatura è anche un odg al provvedimento a firma di Gianfranco Rotondi.

Le opposizioni protestano

Ma l'intero decreto continua a suscitare forti critiche da parte delle opposizioni. Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali alla Camera, ha detto: “Il decreto Cutro ci preoccupa per diversi motivi. Il nodo centrale su cui dovremmo davvero dibattere è che ancora una volta si interviene in chiave emergenziale e non in termini strutturali. Si continua a lavorare solo sulle emergenze. Perché? La sensazione è che ci sia sempre, attorno al fenomeno migratorio, un bisogno ossessivo di fare propaganda, perché la demagogia conviene. Si tratta di un atteggiamento disumano, perché nessuno in questo mondo è clandestino. Il fenomeno va invece affrontato a livello strutturale, in Europa”. Laura Boldrini (Pd), intervenendo in discussione generale, ha definito il decreto “un insieme di misure affastellate tra loro che a tutto mirano tranne che a prevenire il ripetersi di tragedie come quella avvenuta il 26 febbraio 2023 a Cutro". Sempre dai dem, il deputato Mauro Berruto aggiunge rivolto alla maggioranza: "Siete andati a Cutro per produrre un testo normativo che restringe le garanzie dei richiedenti asilo e i diritti delle persone migranti. Proponete, per arginare i flussi migratori, di indebolire la protezione speciale, scaraventando così decine di migliaia di persone in stato di irregolarità. Negate l'evidenza della storia, le ragioni dell'emigrazione: guerra, indigenza, miseria, a cui oggi si aggiunge l'emigrazione climatica".

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