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Decreto migranti, il Senato approva l'emendamento sui permessi speciali

Politica
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Dopo le tensioni a seguito di un maxi emendamento della maggioranza, che avrebbe di fatto annullato la discussione e la votazione di gran parte degli emendamenti dei dem, si è trovato un accordo in Conferenza dei capigruppo sul decreto migranti. In Conferenza delle Regioni i governatori chiedono all'unanimità di essere coinvolti con un dialogo sugli aspetti del provvedimento

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Tiene l'accordo nella maggioranza per votare i sub emendamenti al dl migranti concordati alla fine della scorsa settimana che consentono alla Lega di ritirare alcuni suoi emendamenti che portavano all'abolizione della protezione speciale. L'intesa è stata definitivamente suggellata per accelerare l'esame del decreto in Aula al Senato e consentire il voto finale entro il 20 aprile mattina. Il Senato ha poi in serata approvato l'emendamento unitario della maggioranza, a prima firma di Maurizio Gasparri, riformulato, che limita il ricorso ai permessi speciali. Il processo non è stato privo di tensioni: una maxi proposta di modifica della maggioranza, definita "canguro" e che avrebbe di fatto annullato la discussione e la votazione di gran parte degli emendamenti dei dem, ha fatto irritare il Partito Democratico. L'emendamento che avrebbe riscritto una larga parte del provvedimento è stato ritirato e Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega, ha spiegato che "le minoranze si sono impegnate a ritirare emendamenti nuovi". Intanto le Regioni chiedono un incontro al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a quello alla Protezione Civile, Nello Musumeci, e al commissario per la gestione dell'emergenza migranti, Valerio Valenti. In Conferenza delle Regioni i governatori chiedono all'unanimità di essere coinvolti con un dialogo sugli aspetti del decreto e i suoi emendamenti.

La votazione degli emendamenti

Il Senato ha respinto una serie di emendamenti delle opposizioni all'articolo 2 del decreto che miravano a regolarizzare le posizioni di tutti i migranti che hanno un lavoro e non solo nel numero di 82mila previsti dal decreto flussi di quest'anno. Approvato invece l'emendamento che contiene misure organizzative per i centri di prima accoglienza e in particolare per l'hot spot di Lampedusa. In particolare uno dei commi stabilisce che "fino al 31 dicembre 2025, al fine di assicurare adeguati livelli di accoglienza nel punto di crisi di Lampedusa in relazione a situazioni di particolare affollamento, il Ministero dell'interno, può avvalersi, per la gestione del predetto punto di crisi, della Croce Rossa Italiana, con le facoltà di deroga" rispetto ad altre norme per l'affidamento dei servizi di prima accoglienza. Inoltre si prevede che "per l'ottimale svolgimento degli adempimenti" di prima accoglienza dei naufraghi, "gli stranieri ospitati presso i punti di crisi possono essere trasferiti in strutture analoghe sul territorio nazionale". Accolto dal governo un ordine del giorno che mira a tutelare le donne immigrate vittima di violenza, presentato dal M5s. Quello dei senatori pentastellati era un sub-emendamento all'emendamento del governo sull'organizzazione degli hot spot, e affermava che "le donne vittime di violenza sono trasferite in via prioritaria presso la rete dei centri di accoglienza antiviolenza nazionale" anziché nei normali centri di accoglienza.

A Lampedusa apre un punto del 118

Fra gli emendamenti approvati anche uno che prevede l'apertura a Lampedusa di un punto del 118: "In considerazione del fenomeno dei flussi migratori e delle particolari condizioni geografiche del territorio, nell'ambito del sistema di soccorso della Regione Siciliana, è attivata, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge di conversione, una postazione medicalizzata del 118 presso l'isola di Lampedusa, al fine di garantire tempestività ed efficienza negli interventi di emergenza - urgenza, per tutelare la salute degli abitanti dell'isola e dei migranti".

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Soddisfazione da parte di maggioranza e opposizione

Romeo ha fatto sapere che è stata trovata "una chiave di discussione politica senza ostruzionismi da parte dell'opposizione e forzature da parte della maggioranza. Mi sembra un buon modo per discutere, ognuno con la propria idea". Anche dall'altro lato, il capogruppo del Pd, Francesco Boccia, ha espresso soddisfazione per l'esito della capigruppo. Boccia ha dato atto al presidente Ignazio La Russa di aver "fatto tornare la maggioranza sui suoi passi". "Il 'canguro' è tornato in Australia - ha affermato ancora Boccia conversando con i cronisti -. Eravamo molto irritati perché ritenevamo violato il patto di lealtà che deve essere rispettato quando si discute di regole del gioco. Avevamo chiesto di discutere nel merito il decreto, soprattutto sull'accoglienza e sulla protezione speciale. Tutto questo non sarebbe stato possibile se fosse rimasto il vergognoso maxi - emendamento costruito dalle forze di maggioranza. Ora ci confronteremo democraticamente in Aula sugli emendamenti e potremo far comprendere quali sono le differenze tra destra e sinistra, tra chi ha una idea certa di accoglienza, integrazione e umanità, e chi continua a utilizzare la disperazione dei più deboli per fare propaganda politica. Nel dibattito si vedranno le differenze e noi - ha concluso - faremo di tutto per far saltare queste verognose proposte del governo".

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Il maxi-emendamento ritirato e i prossimi passi del decreto Cutro

In Conferenza dei capigruppo, i senatori si sono trovati tra le mani il fascicolo degli emendamenti al decreto Cutro depositati nella serata del 18 aprile, contenente un "maxi-emendamento" della maggioranza all'articolo uno, che riproponeva tutti gli 11 articoli del decreto, comprese le modifiche concordate in questi giorni tra il governo e i partiti del centrodestra. La sua approvazione avrebbe implicato la decadenza automatica di tutti i circa 300 emendamenti delle opposizioni presentati regolarmente ai successivi articoli. Si tratta di quello che in gergo tecnico viene chiamato emendamento predittivo o premissivo e in linguaggio giornalistico emendamento canguro, perché fa saltare tutti i successivi emendamenti, un escamotage sempre sgradito dalle opposizioni di turno. Dopo il fortissimo pressing delle opposizioni per evitare che non si discutessero in Aula le loro proposte di modifica, il presidente Ignazio La Russa ha convocato la conferenza dei capigruppo, per trovare un accordo che tutelasse le minoranze, evitando che l'Aula si trasformasse in una bolgia. La maggioranza ha aderito all'auspicio di La Russa e ha annunciato il ritiro del maxiemendamento-canguro. Si procederà dunque votando tutti i 300 emendamenti, tra cui i pochi della maggioranza che sintetizzano gli accordi raggiunti nella coalizione di governo. Il contingentamento dei tempi consentirà di votare il decreto entro la mattinata del 20 aprile.

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Regioni divise: "Il Governo ci incontri"

"Non siamo stati interpellati e non possiamo venire a conoscenza delle cose quando le decisioni sono state quasi già prese". Le Regioni contestano il metodo utilizzato dal Governo per i provvedimenti adottati nella gestione dei flussi migratori e chiedono di essere coinvolte. Ma se i governatori invocano all'unanimità un incontro con l'esecutivo, si spaccano sugli emendamenti al decreto Cutro fortemente restrittivi della "protezione speciale". Anche se nella Conferenza Unificata è stato fornito un parere favorevole a maggioranza sui provvedimenti in materia di immigrazione, i presidenti di Regione del centrosinistra hanno invece dato - seppure in minoranza - un parere negativo sul decreto, chiedendo di ritirare le modifiche annunciate dalla maggioranza. L'unico obiettivo su cui tutti sono concordi, dalla Valle d'Aosta alla Sicilia, è un incontro al più presto con il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, quello alla Protezione Civile, Nello Musumeci, e con il commissario per la gestione dell'emergenza migranti, Valerio Valenti. Dal canto suo anche l'Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) ha chiesto un maggiore coinvolgimento sulle questioni. Il parere fornito dai sindaci ai provvedimenti sui migranti è favorevole, ma condizionato dall'approvazione di un emendamento proposto che preveda, a fronte dei posti già finanziati nel "Sistema di accoglienza e integrazione", un incremento della rete di 4mila posti per minori stranieri non accompagnati e mille posti per disagio mentale e sanitario.

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