Migranti, decreto Cutro in Aula senza ok Commissione. Scontro su protezione speciale
PoliticaIl decreto sulla gestione dei flussi migratori andrà in Aula al Senato martedì pomeriggio senza che la Commissione Affari costituzionali abbia concluso l'esame e il voto di tutti gli emendamenti presentati: nell'Assemblea di Palazzo Madama si ricomincerà da capo, con un voto emendamento per emendamento. Il governo non porrà la fiducia. Accantonati emendamenti della Lega sulla modifica del permesso speciale. I sindaci Pd delle grandi città lanciano l'allarme sul rischio di smantellamento del sistema di accoglienza
Il decreto Cutro sulla gestione dei flussi migratori andrà in Aula al Senato martedì pomeriggio senza che la Commissione Affari costituzionali abbia concluso l'esame e il voto di tutti gli emendamenti presentati, il che implica che nell'Assemblea di Palazzo Madama si ricomincerà da capo, con un voto emendamento per emendamento. È questo l'esito dell'azione di una opposizione unita a contrastare il decreto del governo con proposte di modifica che sono state sostenute con ripetuti interventi, senza tuttavia riuscire a farne approvare alcuno, dati i rapporti di forza numerici. Le tensioni interne al centrodestra sui permessi speciali, che la Lega voleva abrogare del tutto, sono rientrate tanto che il presidente della Commissione Alberto Balboni ha annunciato che il governo non porrà in Aula la fiducia. Per l'esecutivo rimane invece aperta la querelle con i quattro governatori del Pd, contrari alla dichiarazione dello Stato di emergenza, e con i sindaci Dem, critici sulla limitazione dei permessi speciali che, sottolineano, aumenterà il numero degli irregolari. I sindaci del Pd che guidano le grandi città lanciano l'allarme sul rischio di smantellamento del sistema di accoglienza e chiedono al governo di ripensarci e, anzi, di valutare l'introduzione dello ius scholae per garantire diritti e integrazione ai migranti. Intanto è arrivata nel porto di Catania la nave Peluso con a bordo 201 dei circa 600 migranti soccorsi ieri dalla Guardia costiera in acque Sar maltesi a 170 miglia a sud delle coste della Sicilia. Altri 111 erano già arrivati nel capoluogo etneo ieri sera trasportati da una nave romena del dispositivo Frontex. Dopo lo sbarco sono stati trasferiti nella struttura realizzata nell'ex hub vaccinale di San Giuseppe La Rena, dove saranno temporaneamente trasferiti anche gli altri 201 arrivati con la nave della Guardia costiera. Altri 299 migranti soccorsi sono arrivati la notte scorsa, su nave Libeccio della Marina militare, ad Augusta, nel Siracusano.
Le opposizioni votano unite
Tutte le opposizioni hanno votato unite gli emendamenti che propongono di modificare il decreto Cutro, anche se finora sono stati tutti respinti. Il governo la scorsa settimana ha presentato due emendamenti al proprio decreto, riguardanti le modifiche ai centri di prima accoglienza, e una riscrittura della norma che lima la attuale protezione speciale. Questo ha dato la possibilità alle opposizioni di presentare oltre 300 sub emendamenti, inchiodando quindi la commissione in quella che Balboni ha definito una "maratona con scarsa rilevanza". Infatti i ripetuti interventi dei senatori del Pd Andrea Giorgis, Dario Parrini, Valeria Valente e Sandra Zampa, di Avs (Peppe De Cristofaro) di Iv (Ivan Scalfarotto) e di M5s (Roberto Cataldi e Alessandra Maiorino), pur tutti di merito, hanno avuto l'effetto ostruzionistico di rallentare i lavori a tal punto che la Commissione difficilmente riuscirà a votare tutti gli emendamenti e portare in Aula un testo su cui il governo avrebbe posto la fiducia. E l'intento delle opposizioni era esattamente questo nella speranza che le tensioni tra Lega e il resto della maggioranza sui permessi speciali, potessero esplodere proprio in Aula, visto che qui si dovrà ricominciare a votare tutti gli emendamenti. Tuttavia l'intenzione del governo di non porre la fiducia, annunciata da Balboni, lascia intuire che nel centrodestra si è trovata una intesa sull'emendamento del governo in materia e sul sub-emendamento unitario (firmato da Gasparri di Fi, Pirovano della Lega e Lisei di Fdi). Il Consiglio dei ministri, dunque, ha autorizzato il ricorso alla fiducia, ma l'esecutivo è orientato a non ricorrervi anche per il contingentamento dei tempi. D'altra parte le odierne parole del presidente Mattarella, che ha sollecitato l'Ue a superare regole "preistoriche" sull'immigrazione, esattamente come chiede Giorgia Meloni, induce il centrodestra a non approvare sui permessi speciali norme indigeste per il Quirinale, assai sensibile sui temi dei diritti umani. Indicativo il plauso del ministro Matteo Salvini alle parole di Mattarella.
Accantonati gli emendamenti della Lega
Sono stati accantonati gli emendamenti della Lega al decreto Cutro riguardanti la modifica del permesso speciale per i migranti. La decisione è arrivata in Commissione Affari costituzionali su richiesta del sottosegretario Nicola Molteni, mentre egli esprimeva i pareri sugli emendamenti a una serie di articoli. Gli emendamenti in questione, a prima firma di Daisy Pirovano, erano stati presentati agli articoli 4 e 6 del decreto Cutro.
L’iter fra Commissione e Aula
Data l'impossibilità di completare l'esame in Commissione, la parola passerà all'Aula dove dovrebbe essere ripresentato da parte della maggioranza il solo emendamento frutto dell'accordo. A meno di mosse che soprattutto in casa FdI temono da parte dell'alleato leghista. Che però, dicono alcuni senatori, non avrebbe intenzione di ripresentare i 21 emendamenti in Aula perché il testo che riduce ancora i casi per cui concedere della protezione speciale "va bene a tutti, anche a noi".
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Lo scontro con i sindaci
Ecco allora che la protezione speciale potrà essere rinnovata solo per 6 mesi e non si potrà più trasformare in permessi di lavoro. E lo stesso vale quelli per calamità e per cure mediche, a loro volta fortemente ridimensionati. Scelte che agitano i sindaci delle grandi città: in un documento congiunto sul decreto Cutro i primi cittadini di Roma, Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Napoli Gaetano Manfredi, di Torino Stefano Lo Russo, di Bologna Matteo Lepore e di Firenze Dario Nardella chiedono al governo di fermarsi almeno "sull'esclusione dei richiedenti asilo dal Sai", sistema che andrebbe invece rafforzato mentre i Cas andrebbero "trasformati in hub di prima accoglienza" da cui fare passare i migranti all'arrivo, prima di essere trasferiti "in modo rapido" al sistema dell'accoglienza". Va superata, secondo i sindaci Dem, la logica "dell'emergenza" - proprio mentre il governo nomina il commissario ad hoc per i migranti, Valerio Valente, respinto dalle 4 Regioni guidate dal centrosinistra - e ripensate le vie legali per l'immigrazione a partire dalla "regolarizzazione degli immigrati già presenti in Italia, anche attraverso il ricorso allo ius scholae". Su cui arriva, però, l'ennesimo no sempre di Salvini: "Io - dice il vicepremier - sono contrario allo ius soli e allo ius scholae. Non può essere la cittadinanza un omaggio lungo il percorso senza che chi la riceve possa scegliere al compimento dei 18 anni".
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Weber: "L’Italia va aiutata"
Sul tema è intervenuto, in un’intervista a Il Corriere della Sera, anche Manfred Weber, presidente e capogruppo al Parlamento europeo del Partito popolare europeo: "Sulla migrazione servono misure concrete di solidarietà verso l’Italia da parte degli altri Paesi Ue. Per questo il gruppo del Ppe ha chiesto questa settimana un dibattito speciale al Parlamento Ue per cercare solidarietà verso l’Italia". "A livello Ue la solidarietà non funziona. Ringrazio il governo italiano per il modo in cui accoglie i migranti e cerca di salvarli e aiutarli - prosegue Weber - Quando abbiamo un numero così alto di arrivi e il governo italiano cerca di gestire le cose in modo serio, gli altri Paesi come la Germania e la Francia devono aiutare. Il governo tedesco e francese, ma anche gli altri, non possono stare a guardare, devono portare volontariamente i migranti con un diritto di asilo sul loro territorio".
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Schifani: "L'emergenza esiste"
"L'emergenza esiste, la viviamo in Sicilia già da un mese, da quando siamo stati 'sommersi' da sbarchi. Migliaia di persone hanno invaso l'hotspot di Lampedusa che può accogliere solo alcune centinaia di migranti. La Regione ha fatto la sua parte e ha dato una mano, abbiamo fatto in modo di far arrivare coperte, scarpe, viveri in collaborazione con il ministero dell'Interno", ha dettooggi il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a Tgcom24. "L'accoglienza di prima necessità è sacra, ma serve una politica concreta per gestire questi arrivi. Siamo stanchi di ascoltare affermazioni che sono condivisibili sul piano prettamente teorico ma lontane da una qualsiasi fattibilità in concreto. Bisogna agire, siamo a un punto di non ritorno - ha aggiunto - Ho già incontrato il prefetto Valerio Valenti anche prima che arrivasse la nomina ufficiale a commissario per l'emergenza, e si è stabilita una grande collaborazione. Sono stato con lui a Lampedusa, assieme al capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, quando abbiamo fornito beni di prima necessità ai migranti giunti sull'isola. Continueremo ad agire così, ma attendiamo l'esito dell'esame di alcune misure, come quella di aumentare i centri, non tanto per l'accoglienza, quanto per i rimpatri". Poi ha concluso: "Voglio elogiare tutta la popolazione della mia regione, da Lampedusa a Pozzallo e altri, che dimostrano sempre un grande spirito di solidarietà".