A Live in Napoli l’intervista in collegamento al Presidente della Liguria Giovanni Toti. Con la presenza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: “Le strutture come ospedali e asili hanno costi di mantenimento molto alti. Noi non siamo in grado di mantenere la spesa corrente di tutte queste strutture”
Per Comuni e Regioni i progetti legati al Pnrr rappresentano una grande opportunità ma non mancano le difficoltà. A Sky Tg24 Live In Napoli il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi sostiene che “per i progetti di responsabilità del comune noi abbiamo un monitoraggio dettagliato degli adempimenti”. Il capoluogo partenopeo, specifica Manfredi, ha "una struttura con grande difficoltà di personale amministrativo ma siamo riusciti ad essere all’altezza della sfida”. Una delle difficoltà legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza riguarda le grandi infrastrutture come gli asili che “determinano costi di spesa corrente molto alti”. E aggiunge: “Il Pnrr fornisce risorse per avviare i progetti ma poi non dà i soldi per mantenere e pagare gli stipendi dopo. Noi eravamo preoccupati del tema delle gare e autorizzazioni ma stiamo rispettando i tempi: nei prossimi mesi consegneremo decine di cantieri”. (LIVE IN NAPOLI. LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA)
Il presidente della Liguria: "Uscire da pianificazione velleitaria"
Problemi di gestione dei progetti riguardano anche le regioni. Il presidente della Liguria Giovanni Toti afferma di avere chiaro solo i progetti effettivamente a cantiere nella sua regione ma “manca una cabina di regia regionale che mette gli enti attorno al tavolo”. E aggiunge: “Sul Pnrr va ripensata l’architettura del sistema”. La regione Liguria, come spiega Toti, “è piuttosto efficiente, ma io dico che se vogliamo spendere i soldi del Pnrr dovremmo uscire un po’ dalla meticolosa pianificazione un po’ velleitaria fatta dal governo precedente e che questo governo ha ereditato”. E suggerisce: “Bisognerebbe chiamare sindaci e presidenti di regione e dire “mi dite cosa avete cantierato domani mattina?”. Io dico che bisogna mettere le carte sul tavolo: bisogna anche ragionare all'interno dei singoli territori. Se questo Paese è a due o tre velocità, non lo si deve alle autonomie ma a decisioni centrali sbagliate”. E conclude: “Se non cambiamo le cose, la Lombardia resterà sempre prima”.