Economia
Pensioni, bonus per chi resta al lavoro: come funziona
La Legge di Bilancio 2023 ha dato ai dipendenti che raggiungono Quota 103 la possibilità di restare in attività trattenendo la quota di contribuzione a loro carico. L’incentivo non si discosta molto dall’ex “bonus Maroni”: per il datore di lavoro non cambia assolutamente nulla, visto che dovrà continuare a pagare i contributi a suo carico
In busta paga anziché per la pensione. La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto una norma che riguarda i dipendenti del settore pubblico o privato che hanno raggiunto o raggiungeranno entro il 31 dicembre 2023 i requisiti per “Quota 103” (62 anni di età e 41 anni di contributi): potranno chiedere al datore di lavoro di inserire nello stipendio la quota di contribuzione a loro carico, non lasciandola così al finanziamento della pensione
CHI RAGGIUNGE QUOTA 103 – In questo modo si aprono tre possibilità per chi arriva alla fatidica soglia: andare in pensione, restare in servizio senza optare per questa possibilità oppure scegliere di farsi aggiungere anche i contributi Inps
COME FUNZIONA – La possibilità non è molto diversa dal cosiddetto “bonus Maroni”, nato nel 2007 con l’obiettivo di incentivare i lavoratori a restare. La quota di contribuzione a carico del dipendente (di regola il 9,19% della retribuzione che il datore di lavoro trattiene dalla busta paga) sarà perciò del lavoratore e non dell’Inps. Questo significa che avrà una busta paga più alta per tutta la durata dell’incentivo e poi andrà in pensione con un assegno più basso