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Elezioni regionali, la guida al voto in Lazio e Lombardia: date, sondaggi e candidati

Politica
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Il 12 e il 13 febbraio a Roma, Milano e nelle altre città laziali e lombarde si vota per il rinnovo dei Consigli regionali. Non è previsto il ballottaggio nel caso in cui nessun candidato superi il 50% dei voti ed è possibile il voto alternato per genere, esprimendo il nome di un candidato e di una candidata di una stessa lista

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TROVA PRESIDENTE: IL TEST PER CAPIRE CHI VOTARE

Il 12 e il 13 febbraio saranno due giorni importanti a Roma e Milano. Si terranno in quella data le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale di Lazio e Lombardia: nella prima si dovrà scegliere il successore dell’uscente Nicola Zingaretti, eletto alla Camera dei deputati dopo dieci anni alla guida della Giunta, mentre nella seconda Attilio Fontana, scelto dai cittadini nel 2018, corre per ottenere un secondo mandato. Entrambe le leggi elettorali prevedono l’elezione diretta del presidente di Regione e del Consiglio regionale in un’unica tornata, a suffragio diretto. Il voto è espresso su una sola scheda, dove sono riportate le liste provinciali e le coalizioni regionali delle candidate e dei candidati a consiglieri, collegate alla propria o al proprio candidato presidente. Le urne in entrambe le regioni saranno aperte domenica 12 febbraio dalle 7 alle 23 e lunedì 13 febbraio dalle 7 alle 15: non va dimenticata la carta d’identità, da portare con sé al seggio elettorale.

L’elezione del Consiglio regionale del Lazio

Sono tre i candidati alla carica di presidente di regione che si sfidano nel Lazio: ci sono la giornalista Donatella Bianchi, che corre per il Movimento 5 Stelle e il Polo progressista; l’attuale assessore alla Sanità Alessio d’Amato, candidato dal Partito democratico e dal Terzo Polo; infine c’è Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa italiana, scelto dalla coalizione di centrodestra. Nel caso in cui nessuno dei candidati superi il 50% non ci sarà il ballottaggio: vincerà chi ha ottenuto un voto più degli altri. L’80% dei seggi del Consiglio regionale è assegnato con il metodo proporzionale, alle liste circoscrizionali concorrenti (presenti in ognuna delle 5 province regionali), con l’applicazione di un premio di maggioranza del 20% per le liste del governatore eletto. È ammesso il voto disgiunto, ovvero votare per una persona candidata a presidente e poi per una delle altre liste a essa non collegate, ed è prevista l’alternanza di genere, con la possibilità di esprimere fino a due preferenze, scegliendo tra un candidato e una candidata di una stessa lista. Nel caso si indichino due uomini o due donne, la seconda preferenza verrà annullata. 

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I sondaggi

Secondo le ultime rilevazioni, sarebbe serrata la lotta tra i candidati: un sondaggio Izi del 29 dicembre sottolinea come Rocca sia al 42%, D’Amato al 34% e Bianchi oltre il 18%. Altri sondaggi sottolineano, però, come il candidato di PD e Azione/Italia Viva sia ben visto anche tra gli elettori pentastellati; infatti, in un’ipotetica corsa insieme al M5S, D’Amato sfonderebbe il muro del 50%, riuscendo a battere Rocca. 

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I candidati dei partiti

Diversi i nomi di punta che si segnalano nelle fila dei partiti: ad esempio, nelle fila del M5S, ci sono l’ex presidente del Municipio IV di Roma, Roberta Della Casa; il consigliere regionale uscente Valerio Novelli; l’ex sindaco di Pomezia, Adriano Zuccalà e l’ex capogruppo in Campidoglio, Giuliano Pacetti. A questi si aggiunge la segretaria della Flai-Cgil Tina Balì, tra i più votati durante le primarie del Movimento, le cosiddette “regionarie”. Tra coloro che invece sostengono D’Amato si segnalano nel PD i capolista delle circoscrizioni, scelti dalla direzione locale del partito: ci saranno Daniele Leodori a Roma, Sara Battisti a Frosinone, Salvatore La Penna a Latina, Enrico Panunzi a Viterbo e Edoardo Ranalli a Rieti. Nelle fila di Azione-Italia Viva da evidenziare la presenza di un politico di caratura nazionale come Luciano Nobili, a cui si aggiungono Marietta Tidei, consigliera regionale uscente; Alessia Pieretti, delegata in Città metropolitana e consigliera a Monterotondo, e Raffaella Vecchiarelli, segretaria di Azione al Municipio X. Presenti personaggi della politica locale anche nelle fila dei candidati consiglieri del centrodestra, che cercheranno di tirare la volata per Francesco Rocca: Fratelli d’Italia schiererà Giancarlo Righini, Roberta Angelilli, Fabrizio Ghera, Massimiliano Maselli e Antonello Aurigemma. La Lega di Matteo Salvini, invece, presenterà nelle sue liste i consiglieri uscenti Daniele Giannini, Pasquale Ciacciarelli e Giuseppe Emanuele Cangemi, mentre Forza Italia avrà Fabio Capolei ed Enrico Cavallari. Al loro fianco sono presenti nelle liste anche l’ex sindaco di Gaeta, Cosmo Mitrano, e Simone Foglio.

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L’elezione del Consiglio regionale della Lombardia

Mentre in Lombardia per il centrodestra si ripresenta il governatore uscente Attilio Fontana; per il Terzo Polo, comprendente Azione e Italia Viva, c’è Letizia Moratti, fino a pochi mesi fa vice dello stesso Fontana; per Unione Popolare (coalizione comprendente Rifondazione comunista, Potere al popolo e De.Ma) c'è la sociologa Mara Ghidorzi; e infine, per PD e Movimento 5 Stelle, si presenta l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino, con un passato nella giunta comunale del sindaco di Milano Beppe Sala. Anche in Lombardia, come in Lazio e nelle altre regioni italiane, non c’è il ballottaggio nel caso in cui nessuno dei candidati superi il 50%: vince chi ottiene un voto più degli altri. I membri del Consiglio regionale sono eletti con criterio proporzionale, sulla base di liste circoscrizionali concorrenti, con l’applicazione di un premio di maggioranza. Le circoscrizioni coincidono con le 12 province lombarde. I gruppi di liste provinciali che presentano la stessa o stesso candidato presidente sono riunite in una coalizione di liste e il candidato presidente ad esse collegato rappresenta il capo della coalizione. La coalizione legata al governatore eletto ottiene almeno il 55% dei seggi in Consiglio regionale, se il candidato ha ottenuto il 40% delle preferenze, e almeno il 60% se invece è riuscita a superare il 40%. La legge elettorale lombarda fissa, inoltre, un limite: la coalizione vincente non può avere più del 70% dei seggi dell’intero Consiglio. Nelle liste plurinominali è prevista l’alternanza di genere, con la possibilità di esprimere fino a due preferenze, scegliendo tra un candidato e una candidata che appartengano alla stessa lista e scrivendo i loro cognomi sulla scheda elettorale. Se si indicano due uomini o due donne, la seconda preferenza verrà annullata.

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I sondaggi

Secondo l’ultimo sondaggio, effettuato da Izi fra il 5 e il 6 gennaio 2023, la distanza fra Fontana e Majorino sarebbe di appena 4,2 punti percentuali: il candidato del centrodestra arriverebbe infatti al 43,2%, mentre quello di PD e M5S raggiungerebbe il 39%. Ben più distante, invece, sarebbe la candidata sostenuta dal Terzo Polo, Letizia Moratti, che arriverebbe al 17,8%.

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I candidati dei partiti

Molte le personalità illustri presenti nelle liste: nelle fila di Fratelli d’Italia si segnala la presenza come capolista del giornalista Vittorio Feltri, voluto fortemente dalla premier Giorgia Meloni, a cui si aggiungono Marco Bestetti, fresco di addio a Forza Italia, Matteo Forte, fuoriuscito da Milano popolare, e il direttore d’orchestra Alberto Veronesi, figlio del celebre oncologo Umberto. Molti i volti locali presenti nelle liste della Lega: presenti i consiglieri comunali Pietro Marrapodi e Samuele Piscina, oltre ai rappresentanti regionali Deborah Giovanati, Riccardo Pase, Silvia Scurati, Curzio Trezzani e l’assessore alla Cultura Stefano Bruno Galli. Il nome di punta di Forza Italia è invece quello di Giulio Gallera, ex assessore regionale, a cui si aggiungono gli uscenti Gianluca Comazzi e Fabio Altitonante, la sindaca di Assago Lara Carano e l’ex prima cittadina di Bollate Stefania Lorusso. Tante le personalità politiche conosciute anche nelle liste del Terzo polo per Moratti: da Italia Viva la capolista, già parlamentare, Lisa Noja; dalla Lega, Gianmarco Senna; dal Pd il consigliere comunale, già europarlamentare, Carmine Pacente; dai Lombardi civici europeisti la consigliera regionale Elisabetta Strada. Nella civica di Moratti il capolista Manfredi Palmeri sarà affiancato dalla presidente della Commissione antimafia Monica Forte. Sono invece nomi locali quelli presenti nelle liste del Movimento 5 Stelle: come capolista è stato scelto il consigliere uscente Nicola Di Marco, insieme al collega Gregorio Mammì. Con loro, ci sono anche l’ex candidata sindaca a Melzo Federica Casalino, il consigliere municipale Alberto Arosio e i comunali Daniele Tromboni (Sesto), Massimiliano Mantovani (Bollate) e Barbara Sordini (Novate). Nel PD spicca la presenza dell’ex direttrice del carcere di Bollate Cosima Buccoliero, mentre nella civica di Majorino presente il virologo Fabrizio Pregliasco, il radicale Michele Usuelli e il fondatore dei Sentinelli di Milano Luca Paladini.

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