Pd, l’annuncio di Stefano Bonaccini: “Mi candido a segretario”

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Parlando nel suo circolo di Campogalliano (Modena), il presidente della Regione Emilia-Romagna, ha ufficializzato le indiscrezioni degli ultimi giorni: “Ho deciso di candidarmi a segretario del Partito Democratico nazionale e mi è parso giusto dirlo prima di tutto a voi e dirlo qui”. Ora si attende anche la mossa di Elly Schlein che potrebbe essere la sua sfidante nelle primarie del 19 febbraio

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Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, come previsto dalle indiscrezioni degli ultimi giorni, ha annunciato che correrà per diventare segretario del Pd. Parlando nel suo circolo di Campogalliano (Modena) ha detto: "Ho creduto di dovervi parlare in questa riunione di circolo perché ho deciso di candidarmi a segretario del Partito Democratico nazionale” e ha ricevuto un'ovazione dai sostenitori presenti. "Mi è parso giusto dirlo prima di tutto a voi e dirlo qui. Cioè agli iscritti del mio circolo, ai compagni e alle compagne, agli amici, nel mio comune. Peraltro, io sono nato proprio lì davanti, in questa piazza", ha aggiunto.

Bonaccini: non chiederò sostegno delle correnti

"Non chiederò a nessuna corrente di sostenermi né vorrò il sostegno di qualsivoglia corrente”, ha detto Bonaccini. "Io non mi sono mai iscritto ad una corrente e lo voglio dire ai più giovani: si vive benissimo lo stesso, direi anche meglio". "Credetemi, è anche l'unico modo per essere davvero una comunità. Altrimenti perché un volontario dovrebbe montare una Festa de l'Unita, fare volantinaggio o partecipare a una manifestazione?". Poi ha aggiunto che continuerà “a fare da presidente della Regione Emilia-Romagna, fino alla fine del mandato".

Bonaccini: in gioco c'è la vita stessa del partito

"Dopo la dura sconfitta del 25 settembre e la scelta di Enrico Letta di aprire il percorso congressuale, mi sono preso il tempo per ragionare e per capire se io possa essere utile al Pd. In queste settimane tantissimi mi hanno chiesto di candidarmi. Mi ha fatto molto piacere anche se avverto il peso e la responsabilità di questa scelta. Sono consapevole di come il Pd sia necessario per la stessa qualità democratica del Paese, rappresentando ideali e valori alternativi alle posizioni più conservatrici e alle derive populiste o sovraniste”. "Di una cosa sono sicuro: se, come credo, in gioco per la prima volta da quando è nato c'è la vita stessa del nostro partito, e non la mia candidatura o il mio destino personale, allora ne vale senz'altro la pena. Comunque vada. Sono il più convinto che ci sia tanto da fare e da rigenerare, ma dico subito che non basterà un congresso: ci aspetta una traversata nel deserto”. Infine ha detto: “Abbiamo davanti cinque anni di opposizione, ma fra cinque anni dovremo, insieme, aver costruito un Pd che vince. Che vince nelle urne e non governa per alchimie nate in Parlamento. La stagione in cui si sta al governo, anche se non si vince, è finita. Io credo l'abbiamo anche pagata".

Enrico Letta e Stefano Bonaccini durante la presentazione del libro scritto dal presidente della Regione Emilia 'Il paese che vogliamo', Roma, 24 novembre 2021. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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Bonaccini: rinnovare classe dirigente tornando all'antico

"Se vogliamo che il cambiamento sia profondo e arrivi ai cittadini anche la classe dirigente deve essere rinnovata”, ha detto Bonaccini. “Cambiando però metodo, o se preferite tornando all'antico: non possiamo più permetterci di selezionare le classi dirigenti attraverso le correnti. Né di organizzare il partito stesso e il suo funzionamento attraverso le correnti. Né di fare le candidature per correnti”. Poi ha ricordato che "definire e saper comunicare la propria identità è essenziale, altrimenti le persone non ti riconoscono più. Dobbiamo ritrovare anche la semplicità del messaggio e del linguaggio per dire chi siamo, chi vogliamo rappresentare, quale idea di società abbiamo. Un militante di destra o del M5s impiega dieci secondi, a noi a volte non bastano 20 minuti".

Cosa succede ora

Dopo giorni di scontro tra le correnti, ieri l'assemblea del Pd ha dato il via libera alla proposta di mediazione di Enrico Letta: un congresso costituente che apra il partito anche ai non iscritti e primarie il 19 febbraio. Una data che anticipa di tre settimane quella inizialmente prevista, senza toccare i tempi del processo costituente, garantisce il segretario. Una soluzione ha aperto la strada alle candidature. Oltre a quella di Bonaccini è attesa quella di Elly Schlein che ha parlato di un "segnale inclusivo" da parte dell'assemblea del Pd e afferma: "Ora partecipiamo, con idee e proposte". I dem, infatti, hanno approvato una modifica statutaria che scandisce tempi e modalità del congresso, consentendo anche a chi non è attualmente iscritto (come lei) di poterlo diventare e, quindi, correre per la segreteria. Il sindaco di Firenze Dario Nardella per ora invece temporeggia: "Ribadisco l'importanza di mettere al centro le idee, poi ci saranno anche i nomi".

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Le prossime date

La nuova fase inizierà con la direzione di giovedì prossimo che nominerà il comitato costituente nazionale. Entro il 22 gennaio dovrà essere approvato il "manifesto dei valori"; il 27 dello stesso mese sarà la deadline per presentare le candidature alla segreteria. Si arriverà, quindi, al 12 febbraio: il voto degli iscritti sulle candidature. Una fase propedeutica alle primarie che si svolgeranno il 19 (compatibilmente con le elezioni regionali) tra i due candidati più votati.

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