
I primi giorni della nuova legislatura, con l’elezione dei presidenti di Senato e Camera, hanno aumentato il livello di fibrillazione interno al partito di Silvio Berlusconi. Pesano i veti messi da FdI sul nome di Ronzulli nell'esecutivo. Una prova degli equilibri interni si potrebbe già avere all'inizio della settimana che sta per aprirsi, quando dovranno essere indicati i capogruppo

A quasi un mese dalle elezioni politiche che hanno sancito la vittoria del centrodestra, nello schieramento non mancano le tensioni. In particolare, i primi giorni della nuova legislatura, con l’elezione dei presidenti di Senato e Camera, hanno aumentato il livello di fibrillazione interno a Forza Italia
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Nel partito di Silvio Berlusconi ci sono due anime: una schierata con Licia Ronzulli, in cui - a quanto si apprende - predominerebbe l'irritazione per i veti messi da FdI sul suo nome nell'esecutivo, ma non solo quelli; e una più governista guidata da Antonio Tajani, che intanto dovrebbe diventare il prossimo ministro degli Esteri
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Circolerebbero intanto anche timori su tentativi di prosciugare Forza Italia da più parti. Le preoccupazioni sarebbero anche legate alla notizia - emersa dopo un incontro fra Lorenzo Cesa, Antonio De Poli e Francesco Lollobrigida, uno dei fedelissimi di Giorgia Meloni - che i centristi di Noi moderati stanno lavorando per formare i gruppi alla Camera e al Senato, ottenendo le necessarie deroghe in mancanza dei numeri minimi
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Una prova degli equilibri interni al partito di Berlusconi si potrebbe avere all'inizio della settimana che sta per aprirsi, quando dovranno essere indicati i capogruppo, tema al centro di riunioni che si terranno fra lunedì e martedì

Al Senato al momento si parla di tre possibili soluzioni per il ruolo ricoperto nell'ultima legislatura da Anna Maria Bernini, papabile per il ministero dell'Università. C'è la stessa Ronzulli. Poi Maurizio Gasparri, che altrimenti potrebbe entrare nella contesa per i vicepresidenti di Palazzo Madama. E infine Gianfranco Miccichè, considerato uno dei registi del mancato voto a Ignazio La Russa

Paolo Barelli, fra i deputati più vicini a Tajani, sarebbe poi in corsa per la riconferma come capogruppo della Camera, anche se si parla di due alternative come Giorgio Mulè e Alessandro Cattaneo, invece ritenuti filo-Ronzulli

Da sottolineare che queste sono tutte partite interne, inevitabilmente intrecciate alla trattativa con Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni
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