Direzione Pd, Letta: "Simbolo resti così. Solo con opposizione determinata abbiamo futuro"

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Dai tempi del congresso, che va chiuso "entro marzo", all''analisi del voto, fino al mai più "governi di salvezza nazionale", il ruolo delle donne e la formazione di un nuovo gruppo dirigente fatto da una generazione più giovane. Questi in sintesi i temi della relazione presentata dal segretario dem 

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Un congresso costituente da portare avanti parallelamente a un lavoro di opposizione parlamentare "duro e intransigente" e da concludere entro marzo. E il simbolo, quindi anche il nome, che deve restare "così com'è". Queste le principali indicazioni nella relazione di Enrico Letta alla Direzione Pd sui prossimi passaggi dopo la sconfitta elettorale alle politiche dello scorso 25 aprile. Per il segretario dem, il partito deve guidare l'opposizione e, soprattutto, "serve un nuovo gruppo dirigente” fatto da una generazione più giovane “in grado di contrastare un governo guidato da una donna giovane, sebbene con una lunga militanza alle spalle. Una nuova generazione legittimata dal congresso, che metta in pratica i nostri valori", sottolinea ancora Letta (VERSO UN NUOVO GOVERNO, SEGUI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE).

Il rilancio delle primarie

Il leader del Pd è determinato a guidare questa fase, lasciando il posto al nuovo segretario che sarà scelto dalle primarie, strumento principe per i dem ma finito nel mirino di una parte della sinistra del partito nelle ultime ore. "Non concorsi di bellezza", avverte Letta, "ma un percorso che ci consenta di affrontare i nodi che abbiamo davanti in profondità. Il confronto fra candidature farà bene al partito". Per arrivare a questo, tuttavia, è necessario fare chiarezza all'interno del partito che ha perso le elezioni. Letta non nasconde la sconfitta, se ne assume la responsabilità, ma non accetta la drammatizzazione di chi dice che è tutto da gettare a mare e di sciogliere il partito. "Io credo che sia stato un successo far nascere il Pd, è stato e sarà una storia positiva per il Paese", premette il segretario. 

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"Siamo gli unici alternativi alla destra"

"Siamo gli unici ad aver fatto elezioni in alternativa alla destra, tutti gli altri hanno fatto elezioni in alternativa a noi. Noi siamo gli unici ad aver costruito un progetto alternativo alla destra", ha spiegato Letta nella sua relazione. Una alternativa confermata da un risultato che, nella sconfitta, attribuisce al Pd il ruolo di "partito guida dell'opposizione", in quanto secondo in Italia e primo fra quelli che non stanno in maggioranza. Un risultato figlio di un percorso non concluso, quello di ricostruzione e crescita del partito e di suo innervamento nella società, attraverso il lavoro delle Agorà.  "Quando abbiamo eletto Mattarella eravamo in una condizione diversa da quella che poi si è verificata. La guerra, per le responsabilità di governo che ci siamo assunti, ci ha messo in una condizione nella quale la nostra capacità espansiva è stata interrotta. Non rinnego la nostra scelta, c'è bisogno di assumersi delle responsabilità", ha sottolienato il segretario.

 

 

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Secondo Letta, a pesare sulla sconfitta del Pd c'è stata anche l'implosione del 'campo largo', che ha reso impossibile il presentarsi all'appuntamento con il voto dentro a una alleanza capace di competere contro la coalizione di centrodestra. "Un campo ha vinto perché è stato unito, il nostro invece non lo è stato, nonostante il lavoro di mesi ed anni per costruire una larga unità, unica condizione con la quale si sarebbe potuto vincere". Quello che il Pd deve fare ora, per il leader dem, è tornare ad essere quel "partito pugnace" che era all'origine e ricominciare a parlare con "quelle fasce di popolazione che non ce la fanno, non solo con quelli che ce la fanno". Intanto organizzando l'opposizione i parlamento. Il primo nodo è quello dell'elezione dei o delle capigruppo. Letta chiede che siano, ancora, delle donne a guidare le fila parlamentari dem. Perché il segretario ammette che la scarsa rappresentanza femminile alle Camere "è stata una sconfitta", ma aggiunge anche che "il Pd non deve fare passi indietro" rispetto alla valorizzazione delle donne nel partito.

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"Serve una opposizione intransigente"

Il percorso congressuale, dunque, dovrà marciare di pari passo con l'organizzazione di una "opposizione intransigente" contro "un governo che mostra già adesso le sue difficoltà. E non è ancora nato. Giudicheremo il governo per quello che farà, ma qualunque idea programmatica è venuta gia' meno rispetto alle tante promesse di campagna elettorale". Per questo Letta azzarda una previsione: "La luna di miele del governo con il paese sarà breve: la situazione sociale nel paese è fortemente deteriorata dalla guerra e dalla crisi economica".

Un concetto, questo, ribadito anche nelle repliche della direzione. "Abbiamo perso e ce ne assumiamo la responsabilità", ma "abbiamo un futuro. Ce lo abbiamo a patto che accadano alcune cose rapidamente e con determinazione": dobbiamo "vestire subito le vesti dell'opposizione", "nel paese e nel Parlamento". "L'opposizione ci farà bene" - ha concluso Letta - per "rigenerarci, pensare al nostro futuro in raccordo con il paese. E' un punto di partenza fondamentale", ha aggiunto sottolineando le "difficoltà che la maggioranza incontrerà prima di quanto pensiamo".

 

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