La crisi energetica potrebbe spingere l’Europa a imporre all’Italia degli obblighi sui consumi. I bonus edilizi fanno discutere e si continua a intervenire per contrastare le frodi. Le elezioni del 25 settembre possono essere una sfida per i cittadini che non vivono nel comune dove hanno la residenza e per i malati di Covid. Questi i temi principali della puntata di “Numeri - La sfida del voto”, programma di Sky TG24 dedicato alle elezioni, in onda dal lunedì al venerdì dalle 18:30 alle 19:00
L’emergenza energetica e gli obblighi che potrebbero arrivare dall’Europa, i bonus edilizi e le frodi, i nodi degli elettori positivi e dei fuorisede alle elezioni del prossimo 25 settembre. Sono questi i temi principali al centro della puntata di “Numeri – La sfida del voto”, nuovo format di Sky TG24 dedicato alle imminenti elezioni politiche, in onda dal lunedì al venerdì dalle 18.30 alle 19:00. RIVEDI LA PUNTATA.
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Elezioni: cosa fare se si ha il Covid?
A oggi ci sono 450mila persone isolate in casa perché hanno il Covid, di cui 400mila maggiorenni, circa l’1% del corpo elettorale. Numeri che potrebbero essere simili a quelli che ci saranno il 25 settembre, quando queste persone potranno votare in casa, il cosiddetto “seggio speciale”. Possono farlo, nel comune di residenza, se scrivono al sindaco per comunicare la situazione fra il decimo e il quinto giorno antecedente la votazione. Questo però significa che devono scrivere al primo cittadino tra il 15 e il 20 settembre, e non è chiaro cosa debba fare chi prende il Covid dopo queste date. Inoltre, nel frattempo molti si saranno negativizzati, visto che il tempo medio di positività è un po’ superiore ai 10 giorni: alcuni quindi potrebbero aver comunicato la loro positività ma poi essere tornati negativi prima del 25 settembre.
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Il nodo dei fuorisede
Altro tema caldo è quello dei fuorisede. I cittadini italiani residenti all’estero e iscritti nelle liste elettorali specifiche dell’Aire possono votare, mentre i cittadini italiani fuorisede sul territorio nazionale no. I primi sono 5,8 milioni, i secondi 4,9 milioni, ovvero il 10% del totale degli elettori. Di questi, 1,9 milioni vivono a più di 2 ore di macchina dal comune in cui hanno la residenza e quindi in cui dovrebbero votare.
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Le possibili soluzioni
Altri Paesi in Europa consentono il voto per i fuorisede, tramite delega (la Francia), corrispondenza (la Spagna) o con un voto anticipato. In Italia per questa tornata elettorale non si è trovata una soluzione, ma ci sono alcune proposte considerate nel Libro bianco dell’astensionismo del Dipartimento delle Riforme istituzionali: l’election pass - la digitalizzazione della tessera e delle liste elettorali -, l’election day - la concentrazione delle scadenze elettorali in soli due appuntamenti annuali, oppure il voto anticipato presidiato in qualunque parte del territorio nazionale. Quest’ultima opzione permetterebbe agli elettori di votare a distanza o nei giorni precedenti l’election day e garantirebbe i principi costituzionali di personalità, libertà e segretezza.
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Crisi energetica: gli obblighi in arrivo dall’Europa
Anche la crisi energetica rimane un argomento centrale e divisivo della campagna elettorale. Ma quali obblighi potrebbero arrivare dall’Europa? In Italia i picchi di elettricità si registrano fra le 8 e le 9 del mattino e fra le 18 e le 20: per l’Europa quei due picchi devono abbassarsi, bisogna fare in modo che non ci siano, sia per i minori consumi ma anche perché sono quelli che fanno aumentare il prezzo dell’elettricità. Dall’Europa ci si aspetta che arrivino delle indicazioni per dire che in quelle fasce orarie bisognerà usare meno elettricità, e ci si aspetta che arrivino in modo obbligatorio. Questa cosa è importante, anche politicamente, perché finora il piano di risparmio italiano di obbligatorio non ha molto. Tutto quello che è stato annunciato dal governo per risparmiare 8 miliardi di metri cubi di gas sostanzialmente di obbligatorio ha solo le nuove norme sul riscaldamento, ma anche quelle sono di difficile controllo. Invece questo abbattimento dei picchi che ci chiede l’Europa dovrebbe arrivare in forma automatica dai contatori, e quindi essere obbligatorio.
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Cosa significa l’obbligo di usare meno elettricità?
Questo possibile obbligo non significa non avere energia elettrica in quelle fasce orarie, ma evitare ad esempio in quei momenti di usare tutti gli elettrodomestici insieme. La possibilità di ridurre la corrente in determinate fasce orarie è data dai contatori digitali che possono essere maneggiati da remoto, ad esempio quando qualcuno non paga la bolletta e gli viene staccata la corrente. Diverso però potrebbe essere doverla ridurre non a un singolo ma a tutti gli italiani contemporaneamente, un’operazione molto vasta che richiederebbe una precisa programmazione.
Come stanno andando i consumi di gas?
Nel 2022 i consumi totali sono aumentati rispetto alla media degli ultimi anni: sono scesi quelli industriali ma sono aumentati quelli per generare l’elettricità con le centrali a gas, soprattutto perché quest’anno la siccità ha fatto sì che anche l’idroelettrico andasse male.
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Bonus edilizi: lo Stato ha impegnato quasi 70 miliardi
Altro tema di questi giorni sono i bonus edilizi. In tantissimi li hanno usati: l’ammontare della cessione dei crediti e degli sconti in fattura è passato dagli 0,6 miliardi di euro del 2020 (quando le agevolazioni erano appena state introdotte), ai 37,8 miliardi del 2021 fino ai 29,4 miliardi dei primi cinque mesi del 2022. Si parla di quasi 70 miliardi di euro che lo Stato ha impegnato per darli a chi ha fatto delle ristrutturazioni ad esempio con il sismabonus, il bonus facciate e il superbonus. Ma qualcosa è andato storto. Il meccanismo di base è quello secondo cui la cessione del credito e lo sconto in fattura permettono alle persone di non spendere niente, o quasi niente, per fare i lavori. Questo ha permesso che nelle maglie delle leggi si creassero meccanismi che hanno portato lo Stato a chiudere i rubinetti, e quindi anche lavori che erano già partiti si fermavano perché non si capiva se questi soldi sarebbero poi arrivati. Adesso il decreto Aiuti bis con un emendamento cerca di sbloccare la cosa. È un tema rilevante, ma nei programmi dei partiti i bonus edilizi non hanno molto peso: mentre per il M5S sono un cavallo di battaglia da rendere strutturale, Pd e Azione-Italia viva non li menzionano, e il centrodestra punta a salvaguardare le pratiche già avviate ma a riordinare poi gli incentivi.
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Che cosa cambia con il decreto Aiuti bis?
Il problema su cui interviene quest'ultima riscrittura del decreto Aiuti bis, spiega Giuseppe Latour de Il Sole 24 Ore, “riguarda la cosiddetta ‘responsabilità solidale’, ovvero la responsabilità di chi acquista questi crediti fiscali: io vendo un credito a qualcuno ed esiste la possibilità, in certe situazioni, che questo qualcuno venga chiamato a rispondere di quel credito nel caso in cui io abbia fatto una frode. Questo emendamento riduce di molto il perimetro dei casi in cui è possibile che ci sia questa ‘chiamata’ in corresponsabilità. Io vendo, e nel momento in cui qualcuno acquista quel qualcuno è più tranquillo di non avere problemi futuri e di poter tranquillamente impiegare il credito”. “Questa cosa - aggiunge Latour - è stata fatta con due interventi: il primo è il fatto che questa corresponsabilità sia limitata alle ipotesi di colpa grave e di dolo, che sono le ipotesi più gravi ma anche le più rare. Il secondo intervento riguarda le cosiddette asseverazioni postume: sostanzialmente nel caso in cui vengano ceduti dei crediti basati su interventi che all’epoca non richiedevano asseverazioni, sarà possibile adesso depositare e chiedere queste asseverazioni e liberare dalla responsabilità chi compra questo credito”.
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Quasi 6 miliardi di frodi
“Le frodi sui bonus edilizi sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia mai visto”, ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco. Secondo i dati del Mef aggiornati al 31 maggio, sui quasi 70 miliardi impegnati dallo Stato le frodi sono state quasi 6 miliardi, di cui 2 miliardi già incassati illecitamente e quindi difficili da recuperare. In sostanza, più dell’8% di tutti i soldi che lo Stato ha messo nei bonus edilizi è stato frodato. Ma quali bonus hanno avuto più frodi? Contrariamente a quello che spesso si dice, il superbonus è molto minoritario, solo il 3%, perché era più difficile aggirare le norme e non presentare i documenti richiesti. Mentre il bonus facciate è teatro del 46% delle frodi, l’ecobonus del 34%, il sismabonus dell’8% e il bonus locazioni del 9%. “Il governo e il Parlamento dalla fine del 2021 hanno messo in atto una serie di interventi che hanno provato a ridurre le frodi, a renderle più difficili - spiega Latour - Buona parte delle frodi sono maturate prima di questa stretta. Ora stiamo andando e siamo già in un sistema nel quale in realtà le frodi sono diventate molto più difficili. Il problema è che in questa voglia di frenare le frodi si è andati a frenare anche il sistema economico che sosteneva tutto questo meccanismo. Quindi in realtà siamo alla ricerca di questo punto di equilibrio. Probabilmente il prossimo esecutivo dovrà assestare degli ulteriori colpi di correzione per trovare la quadratura del cerchio”.