Il colloquio al Colle è stato un normale incontro durante il quale il premier ha riferito al presidente della Repubblica sugli appuntamenti internazionali italiani, in particolare sul G7 e sul vertice Nato di Madrid. Ma continuano le fibrillazioni all'interno del governo. La Lega chiede il ritiro dei provvedimenti su ius scholae e cannabis, dura reazione di Pd, M5s e Ipf. E, dopo lo scontro tra il presidente e Conte, i parlamentari pentastellati chiedono al leader di dare l'appoggio esterno all'esecutivo
Il premier italiano Mario Draghi è salito al Colle per riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella sugli impegni internazionali, in particolare per fare il punto sul G7 ed il vertice Nato a Madrid. Il colloquio, a quanto si apprende, viene considerato un normale incontro durante il quale, come sempre avviene al termine di appuntamenti esteri, il presidente del Consiglio ha discusso dell'esito dei summit al Capo dello Stato.
Il pressing dei parlamentari M5s a Conte: "Appoggio esterno al governo"
Sul governo, però, continuano le tensioni interne alla maggioranza. All'indomani dello scontro tra Draghi con e il leader del M5s Giuseppe Conte, dopo l'intervista del sociologo Domenico De Masi che ha riferito che il premier avrebbe chiesto al Beppe Grillo di il leader M5s "perché inadeguato", cresce il pressing degli iscritti e dei deputati e senatori pentastellati sul capo politico per uscire dal governo e mantenere eventualmente l'appoggio esterno. Lo si sottolinea in ambienti qualificati dei 5s che, tra l'altro, non vedono all'orizzonte faccia a faccia tra il Conte ed Draghi. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, fondatore dei gruppi parlamentari di Insieme per il futuro (Ipf), ha definito gli scontri all'interno della maggioranza "uno spettacolo indecoroso. Un teatrino che stanno facendo due forze politiche in un momento storico delicato, mentre si stanno decidendo cose importanti anche per l'Italia. Con Insieme per il Futuro abbiamo fatto una scelta di maturità rispetto ad atteggiamenti che non sono più condivisibili e sostenibili".
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Il fronte aperto dalla Lega su ius scholae e cannabis
Non c'è solo il fronte aperto da Giuseppe Conte contro il premier ad agitare il governo. Anche la legge sulla cittadinanza (lo ius scholae) ed il disegno di legge sulla cannabis, due temi affidati al dibattito parlamentare, sono diventati occasione per un nuovo scontro nella maggioranza. A salire sulle barricate è la Lega, che chiede lo stop ai lavori parlamentari sui due provvedimenti. Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha attaccato: "Mentre gli italiani hanno problemi di stipendi troppo bassi e bollette troppo alte, la sinistra blocca il Parlamento con leggi per legalizzare le droghe e regalare cittadinanze agli immigrati. Una follia, un insulto non solo alla Lega ma soprattutto ai milioni di cittadini in difficoltà". E in un'intervista al Corriere della sera, ha sottolineato: "Non possiamo accettare le forzature di Pd e M5S". Igor Iezzi, capogruppo Lega in commissione Affari costituzionali, ha spiegato che il suo parito ha "depositato 1500 emendamenti alla pdl sullo Ius scholae. Faremo di tutto per evitare che l'attuale legge sulla cittadinanza italiana venga stravolta da questo scempio. La sinistra sa fin troppo bene che nel nostro Paese i minori stranieri godono già di tutti i diritti previsti e garantiti dalla Costituzione?".
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Il segretario del Pd, Enrico Letta, nel suo intervento alla Direzione nazionale del partito, ha attaccato la posizion e del Carroccio. "Rimango senza parole se si pensa di fare cadere un governo se non si vogliono dare diritti. Sullo ius scholae non arretriamo di un millimetro. Il metodo della Lega e di Salvini è incomprensibile: è un tema parlamentare non di governo. Cosa avremmo dovuto fare noi quando cadde il ddl Zan?". Il leader dem ha poi aggiunto: "Non subiremo ricatti sulla testa di queste famiglie, di questi ragazzi", sottolienando che i dem sosterranno "fino alla fine questo governo non un altro. Se ci sono traumi non saremmo della partita. Continuità è necessaria". Anche Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, ha duramente criticato la Lega: "In Parlamento si discute di tutto. Qualche mese fa il centrodestra ha voluto discutere di presidenzialismo, non c'è stato nessun ostruzionismo, la proposta non è passata perchénon aveva i voti. È surreale chiedere lo stop dello ius scholae dopo aver occupato i lavori della commissione per circa 30 ore. La verità è che questo testo può essere approvato e la Lega non ha argomenti validi. Il governo ha dato in commissione e darà in aula solo pareri tecnici. Non ha senso metterlo in mezzo'".