In questa tornata elettorale sono solo 15 le candidate alla carica di sindaco nelle città capoluogo. La parità di genere è ancora un miraggio: secondo le classifiche europee l'Italia si colloca al 14esimo posto
In Italia il potere in generale e quello politico in particolare rimane saldamente in mano agli uomini. Poche le donne che si dedicano alla cosa pubblica. E così poche sono le candidate alle prossime amministrative: in tutto 15 a correre per la carica di sindaco nelle 26 città capoluogo contro una sessantina di uomini, con un rapporto di 1 a 4. D'altronde, delle 26 città che andranno al voto, solo due oggi sono governate da donne. Certo, meglio 15 candidate che nessuna, nel 2021 le cose andavano peggio tanto che nel Pd scoppiò un caso proprio per la mancanza di candidature rosa nelle grandi città, quest'anno sono 9 in pista nei capoluoghi di provincia. Nelle urne ci sarà solo una contesa tutta al femminile, nella città di Piacenza dove entrambi gli schieramenti puntano su due donne.
Uguaglianza di genere ancora da raggiungere
I numeri parlano chiaro. Secondo un report del 2019 dell’Anci, l’Associazione dei comuni italiani, le donne che ricoprono la carica di sindaco sono 1.065, il 13% circa dei 7.904 Comuni. Non solo. Nell'indice sull'uguaglianza di genere 2021, elaborato dall'istituto europeo uguaglianza di genere, l'Italia è al 14esimo posto tra i 27 Stati membri; unica consolazione il fatto che l'Italia negli ultimi 20 anni ha fatto registrare i maggiori progressi nell'Unione. Nelle istituzioni si registra infatti un'inversione di tendenza: nel 2018 risultano elette in Parlamento 334 donne, pari a circa il 35%, oltre la media europea del 32,8%. Scarseggiano in tutta Europa anche le leader di partito: sono il 26,1%, solo in Svezia e Finlandia sono più della metà. Unica eccezione Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, verrebbe da dire sorella d'Italia.