“I miei destini personali non contano assolutamente niente. Sono un nonno al servizio delle istituzioni", ha detto il premier in conferenza stampa. Il passo non è pesante, non lascia un’impronta indelebile, tale da imporre una soluzione. Ma il suggerimento è evidente
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Mario Draghi fa un passo importante. A suo modo e nonostante il tam tam della vigilia dicesse che no, in nessun caso il presidente del Consiglio avrebbe parlato di Quirinale, di desideri, di ambizioni. Il passo non è pesante, non lascia – e non poteva lasciare - un’impronta indelebile, tale da imporre una soluzione. Ma il suggerimento è evidente.
Che cosa ha detto Draghi
Dice Draghi: abbiamo posto le condizioni per cui il governo e il Pnrr possano andare avanti a prescindere da chi sia il presidente del Consiglio. Chi teme che con lui al Colle si vada subito al voto, si metta tranquillo. Dice Draghi: il mio destino e le mie ambizioni personali non contano, la presidenza della Repubblica non si decide sulla base di queste. Ma il nonno “servitore dello Stato” non nega le ambizioni sul suo destino. Chiama più volte in causa la centralità delle Camere, ne tesse le lodi. È il Parlamento il king maker, non i singoli. Così come è il Parlamento a decidere le sorti del governo. Dice Draghi: sembra difficile prevedere come possa proseguire questa maggioranza a sostenere l’esecutivo se si dissolve sulla scelta del presidente della Repubblica. Se succede, non mancherà tanto un presidente del consiglio, ma una maggioranza che sostenga il suo governo. Dice Draghi, più o meno: la legislatura deve continuare per non vanificare il lavoro fatto. Tranquillizza chi teme E dice anche cosa deve fare il prossimo Capo dello Stato: fare come Mattarella. È lui l’esempio da seguire e che Draghi, evidentemente, seguirebbe.
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Tutti gli indizi formano una prova
Insomma. Se si mette insieme tutto il dixit della conferenza stampa di fine anno, è quasi impossibile non cogliere – insieme – un’atmosfera di commiato da Palazzo Chigi e di candidatura al Quirinale. Tutti gli indizi formano una prova. Il passo sarà compiuto quando la politica capirà – ed è molto probabile che lo faccia presto - che Draghi al Colle è la soluzione con meno controindicazioni. Per tutti.