
Lavoro, dagli orari alla disconnessione: le regole dello smart working nel settore privato
Dopo mesi di confronto, raggiunto l'accordo fra ministero e parti sociali sul Protocollo Nazionale con le linee di indirizzo per la contrattazione collettiva sul lavoro agile. Si tratta di uno dei primi provvedimenti in Europa. Alla base un accordo individuale scritto che chiarisca la durata, l'alternanza tra i periodi di lavoro all'interno e all'esterno dei locali aziendali, quali saranno gli strumenti di lavoro, il potere direttivo del datore di lavoro e i tempi di riposo del lavoratore

Al ministero del Lavoro è stato raggiunto l'accordo con le parti sociali sul Protocollo Nazionale con le linee di indirizzo per la contrattazione collettiva sul lavoro agile nel settore privato, proposto dal ministro Andrea Orlando. Si tratta di uno dei primi provvedimenti in Europa di disciplina dello smart working
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Le aziende che vorranno continuare a usare lo smart working anche al di fuori della fase emergenziale per la pandemia da Covid, hanno quindi le linee guida alle quali attenersi in attesa dei contratti
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Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, su Facebook si dice soddisfatto per l'accordo raggiunto sullo smart working nel settore privato perché il lavoro agile "al di là dell'emergenza sarà una modalità che caratterizzerà il lavoro in futuro, anche nella quotidianità, nella normalità che speriamo di riconquistare il più presto possibile"

"Di fronte alle sfide importanti che abbiamo davanti - conclude Orlando - è davvero importante creare il massimo della coesione, dell'unità della convergenza degli interessi in vista di un equilibrio che corrisponde all'interesse di carattere generale. Questo lavoro è andato nella giusta direzione, io credo che sia la direzione che dobbiamo continuare a seguire"

Hanno dato l'adesione al protocollo insieme al ministero del Lavoro, la Cgil, la Cisl, la Uil, l'Ugl, la Confsal, la Cisal, l'Usb, tra i sindacati dei lavoratori. Per le parti datoriali hanno aderito Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Alleanza delle cooperative, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Copagri, Abi (che potrà sottoscrivere a seguito della delibera del Comitato esecutivo), Ania, Confprofessioni, Confservizi, Federdistribuzione, Confimi e Confetra

"Il Protocollo - si legge - fissa il quadro di riferimento, condiviso tra le parti sociali, per la definizione dello svolgimento del lavoro in modalità agile esprimendo pertanto linee di indirizzo per la contrattazione collettiva nazionale, aziendale e/o territoriale nel rispetto della disciplina legale di cui alla legge 22 maggio 2017, n. 81 e degli accordi collettivi in essere, tutto ciò affidando alla contrattazione collettiva quanto necessario all'attuazione nei diversi e specifici contesti produttivi"

Il protocollo prevede che lo smart working si possa fare con un accordo individuale scritto che chiarisca la durata dell'accordo, l'alternanza tra i periodi di lavoro all'interno e all'esterno dei locali aziendali ma anche quali saranno gli strumenti di lavoro, il potere direttivo del datore di lavoro e i tempi di riposo del lavoratore. Di norma gli strumenti sono dati dal datore di lavoro ma tramite accordo si possono usare quelli di proprietà del lavoratore

Il Protocollo chiarisce che l'eventuale rifiuto del lavoratore di aderire o svolgere la propria prestazione lavorativa in modalità agile "non integra gli estremi del licenziamento per giusta causa o giustificato motivo, né rileva sul piano disciplinare"

Il lavoratore smart avrà gli stessi diritti economici e normativi di quelli che lavorano nei locali aziendali, ma non avrà vincoli di orario. "La giornata lavorativa svolta in modalità agile - si legge - si caratterizza per l'assenza di un preciso orario di lavoro e per l'autonomia nello svolgimento della prestazione nell'ambito degli obiettivi prefissati"

Tuttavia dovrà essere individuata una fascia di disconnessione nella quale il lavoratore non erogherà la prestazione. Anche sugli strumenti di lavoro deciderà l'accordo individuale anche se "di norma" saranno forniti dal datore di lavoro

Il protocollo sottolinea la "necessità di incentivare l'utilizzo corretto del lavoro agile anche tramite un incentivo pubblico" alle aziende che regolamentino il lavoro agile con accordo collettivo di secondo livello con un utilizzo equilibrato tra lavoratrici e lavoratori e favorendo un'ottica di sostenibilità ambientale e sociale

"L'accordo sul tema del lavoro agile in tutto il sistema privato è un vero punto di svolta per diversi motivi: contribuirà a nuovi modelli di organizzazione del lavoro, a maggiore produttività, a maggior benessere lavorativo, alla parità di genere e a nuovi modelli di convivenza. E lo fa trovando un punto di equilibrio tra tutte le organizzazioni sindacali e datoriali, fornendo linee guida per regolamentare il lavoro agile in maniera adattabile alle singole realtà lavorative", ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra

"L'accordo è un deciso passo in avanti verso la normalizzazione del lavoro agile anche nel settore privato. In particolare, riteniamo positivo il richiamo ai contratti collettivi ed all'Accordo individuale - che dovranno regolare lo smart working sulla base delle linee guida - e l'introduzione di incentivi pubblici per la promozione della contrattazione e per la formazione dei dipendenti. Incentivi che andrebbero estesi anche ai lavoratori autonomi che adotteranno lo smart working per i propri dipendenti", dice in una nota Confesercenti

"Il 'Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile' interviene nella materia attraverso la definizione di linee guida che confermano il ruolo regolatore della legge del 2017 e degli accordi individuali, offrendo al contempo all'eventuale contrattazione collettiva sul tema un'utile 'bussola' di orientamento", osserva Donatella Prampolini, vice presidente di Confcommercio