La coalizione affronta momenti di tensione su vari temi, a partire dal caso green-pass, con le divergenze all'interno della stessa Lega che sembra sempre più divisa in due anime, e la chiusura di una difficile campagna elettorale con tanto di tira e molla sui nomi di alcuni candidati
Il filo comune c'è, tant'è vero che il centrodestra alle amministrative si presenta compatto ovunque. Eppure le divergenze sono tante e raccontano di una coalizione che attraversa un momento complesso nelle dinamiche fra i partiti che lo compongono, a cominciare da quelle interne alla principale forza politica in termini di rappresentanza parlamentare, la Lega.
Giorgetti smentisce divisioni
In questi mesi di sostegno all'esecutivo sono venute alla luce due anime nel partito che fu di Bossi, rappresentate da tendenze diverse, con una parte, che comprende alcuni parlamentari, che porta avanti posizioni a volte discordanti con quelle del governo, come ad esempio sul green pass, e un'altra parte - rappresentata soprattutto dai presidenti di Regione - con una linea molto più vicina alle scelte del governo. Il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti, da molti indicato come punto di riferimento di quest'area, smentisce però divisioni e assicura: non abbiamo 2 linee ma sensibilità diverse. Una di queste emerge nella visione del futuro con l'elezione del prossimo Capo dello Stato alle porte: Giorgetti guarda a Draghi che sarebbe il nuovo De Gaulle, dice, con un governo frutto di elezioni anticipate. Ma in realtà secondo il ministro leghista il bene del Paese sarebbe che l'attuale premier restasse al Governo il più a lungo possibile, riguardo a un Mattarella bis però Giorgetti ammette: credo che Salvini non lo voterebbe. Come del resto neanche Giorgia Meloni. Differenze che allontanano ulteriormente i partiti della coalizione di centrodestra. Divisi anche fra quelli che attualmente sono in maggioranza, in varie occasioni, con Lega da una parte e Forza Italia dall'altra.
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La federazione sembra allontanarsi
Del resto le ultime immagini che ritraggono i tre leader insieme, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini vicini, risalgono al 2019, per un'altra campagna elettorale, quella per il governatore dell'Abruzzo. In mezzo c'è stato il Covid, ancora prima la Lega al governo coi 5 Stelle, esecutivi quindi col Carroccio e Forza Italia su fronti diversi fra maggioranza e opposizione, Fratelli d'Italia invece sempre all'opposizione. Rimasti comunque tutti su posizioni spesso molto vicine, si ritrovano adesso con distanze che emergono marcate, sul green pass, sui vaccini, sulla linea del governo Draghi, sull'Europa. Intanto il progetto della federazione voluto da Berlusconi sembra sparito dall'orizzonte e dopo che il leader azzurro è tornato a rivendicare la centralità del suo partito, attraversato comunque anch'esso da difficoltà interne e con uno stillicidio di fuoriuscite con passaggio di parlamentari a Fratelli d'Italia o alla Lega, proprio Giorgia Meloni ha detto che il centrodestra adesso non ha leader, parlando davanti a una piazza del Duomo gremita a Milano. Pochi giorni e, dopo una difficile campagna elettorale contraddistinta anche da tensioni e tira e molla sui nomi, a urne chiuse il centrodestra si dovrà misurare coi risultati che arriveranno in città importanti comme Roma, Milano, Napoli, Bologna e da cui bene o male la coalizione si troverà a dover ripartire.