Mes, sì dal Parlamento ma è caos nel M5S: in 13 votano contro, 3 deputati passano al Misto

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La riforma raggiunge la maggioranza ma svela delle crepe nella maggioranza. In tre lasciano il Movimento, i 13 che hanno votato contro minacciati di espulsione

La riforma del Mes ha superato il voto del Parlamento raggiungendo comunque la maggioranza semplice ma svelando, nei numeri, dei problemi interni nelle forze di maggioranza. Soprattutto nel Movimento 5 stelle alla Camera. Dopo il voto, tre deputati M5s, Antonio Lombardo, Maria Lapia e Fabio Berardini, sono passati al gruppo Misto. I deputati erano contrari alla riforma del Mes: Lombardo non ha partecipato al voto, Berardini ha votato contro mentre Lapia si è astenuta.

Il "no" di 13 deputati pentastellati

A Montecitorio i tabulati evidenziano il 'no' di 13 deputati 5 Stelle: in dissenso con il resto del gruppo, hanno votato contro la risoluzione della maggioranza che benedice la riforma, pur considerandola incompleta, e incarica il premier Conte ad andare a trattare in Europa . Altri 9 non hanno partecipato al voto. "Il Movimento 5 stelle ha ottenuto un grande obiettivo. Nella risoluzione c'è la nostra visione dell'Europa. Sospendere il patto di stabilità farà sì che nessuno abbia più bisogno di accedere al Mes, significa uccidere quel meccanismo", ha affermato la senatrice M5s Paola Taverna in un'intervista a La Repubblica commentando il voto.

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Taverna: "Leader del Movimento? Ci sto ancora pensando"

Parlando della maggioranza, "noi abbiamo fatto una scelta di responsabilità dando vita a questo governo. Non è mai stato un matrimonio d'amore. Ma davanti alle difficoltà del Paese abbiamo il dovere di superare le tensioni", ha sottolineato ancora Taverna. "Dobbiamo porci degli obiettivi e portarli a termine. Smettere di parlarci addosso. Stanno arrivando 200 miliardi che sono un'àncora di salvezza per il Paese. Vorrei fare un invito alla consapevolezza di quello che i cittadini si aspettano dalla politica", aggiunge l'esponente M5s, che spiega di non fidarsi di Matteo Renzi ed esclude un esecutivo con Forza Italia. In merito alla possibilità di correre per la leadership dei 5 Stelle, "ci sto ancora pensando: voglio essere certa di essere di aiuto al Movimento", dice Taverna auspicando che Alessandro Di Battista "si candidi per la segreteria”.

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L'ex Berardini: "Clima tossico dopo il voto"

Il deputato Fabio Berardini ha lasciato il gruppo M5s per trasferirsi al Misto in dissenso sulla riforma del Mes. "Noi 13 deputati che abbiamo votato coerentemente con il nostro programma elettorale siamo stati minacciati di espulsione ed emarginati. Il clima è diventato talmente tossico che non mi riconosco più in questa forza politica", ha scritto in un messaggio. Berardini assicura tuttavia che andrà "avanti come sempre: sosterrò il Presidente Giuseppe Conte e continuerò a lottare per portare avanti tutte le battaglie che ho intrapreso: sanità pubblica, massima trasparenza della pubblica amministrazione, lotta agli sprechi, diritto ad un ambiente sano, No al Mes, lotta per la massima occupazione e diritti sociali". 

Le accuse di Berardini: "Milioni di euro su un conto privato provenienti da taglio stipendi"

"È ovvio che i vertici del M5S si sono calati completamente le braghe pur di mantenere la propria poltrona" aggiunge Berardini che in un passaggio, in un suo lungo post per spiegare le ragioni del suo addio al Movimento, fa anche alcune precisazioni sulle sue rendicontazioni. "Non basta tagliarsi lo stipendio per dimostrare di essere validi e coerenti. Io stesso ho sempre rispettato questa regola del Movimento 5 Stelle fino a quando donavamo parte del nostro stipendio al Microcredito gestito dallo Stato. Ci sono milioni di euro che restano fermi su un conto corrente privato e non si capisce bene chi e quando dispone i bonifici. I soldi, invece, andavano utilizzati per una struttura a supporto dei territori e dei cittadini italiani" spiega Berardini, che conclude: "Ho sempre fatto beneficienza e la continuerò a farla senza sbandierala ai quattro venti".

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