Mes, una lettera di 16 senatori e 42 deputati M5S contro la riforma

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Il documento è indirizzato al capo politico del Movimento Vito Crimi, a Luigi Di Maio, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e ai capigruppo pentastellati di Montecitorio e Palazzo Madama

No alla riforma del Mes (CHE COS'È). È quanto hanno deciso di mettere nero su bianco 16 senatori e 42 deputati appartenenti al Movimento Cinque Stelle in una lettera inviata ai vertici del Movimento in vista del voto in Parlamento previsto il 9 dicembre. Inoltre, venerdì 4 è stata indetta una riunione proprio per discutere nuovamente del Mes prima del voto.

Il contenuto della lettera

"Consci delle diverse posizioni nella maggioranza, che non vogliamo in nessun modo mettere a rischio, chiediamo che nella prossima risoluzione parlamentare venga richiesto che la riforma sia subordinata alla chiusura di tutti gli altri elementi (EDIS e NGEU) delle riforme economico-finanziarie europee in ossequio alla logica di pacchetto, o in subordine, a rinviare quantomeno gli aspetti più critici della riforma del Mes", si legge in un passaggio della lettera. Nel documento si ricorda come la risoluzione D'Uva-Molinari del 16 settembre 2019 chiedeva l'impegno del governo a rispettare la cosiddetta "logica del pacchetto" nella riforma del Mes. Punto che, "a prescindere dal cambio di maggioranza", è stato ripreso nella risoluzione Silvestri-Delrio dell'11 dicembre 2019, si sottolinea.

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"L'ipotesi di riforma non è cambiata rispetto allo scorso anno"

"Gli atti parlamentari sono stati suffragati da numerose prese di posizione contrarie alla riforma sui canali ufficiali del MoVimento e la proroga ottenuta lo scorso anno è stata salutata come una vittoria politica in linea con il programma del MoVimento che ne prevede lo 'smantellamento'" si legge ancora. Secondo i firmatari, inoltre, "l'ipotesi di riforma non è cambiata rispetto allo scorso anno, in particolare per quanto riguarda: 1) il ruolo rafforzato del MES nella procedura di valutazione di accesso alle linee di credito 2) la nuova suddivisione tra paesi 'virtuosi' e 'viziosi', secondo le stesse logiche e parametri che diciamo di voler cambiare, a linee di credito differenziate (aiutando i virtuosi e penalizzando i viziosi) e 3) l'introduzione delle clausole CACs-single limb che semplificherebbero la ristrutturazione del debito pubblico". 

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Venerdì 4 una riunione per discutere della riforma

"Inoltre, nella cosiddetta logica di pacchetto, non si registra alcun avanzamento sul completamento dell'Unione Bancaria, che dovrebbe prevedere, nel suo terzo ed ultimo pilastro l'istituzione di uno schema europeo di tutela dei depositi, e volendo prendere il progetto di Next Generation EU (temporaneo) per il BIIC (permanente) dobbiamo riconoscere che, nonostante i numerosi e positivi passi in avanti, questo risulti ad oggi ancora sostanzialmente bloccato", è spiegato ancora nella lettera. Per discutere del Mes, venerdì si terrà un'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle. L'incontro è stato convocato in vista del Consiglio europeo del 10- 11 dicembre.

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