Pd-M5s, Zingaretti: "Asse con Di Maio? No, finalmente coalizione"

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Il segretario dem traccia i contorni dell'intesa col Movimento: "Nessun asse privilegiato. Ora si dialoga e si governa da alleati, non da avversari"

Non un asse ma una coalizione vera e propria. A pronunciare la parola un tempo proibita è stato il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti, riferendosi ai rapporti con Luigi Di Maio e il Movimento 5 stelle. "Asse con Di Maio? Non c'è nessun asse privilegiato con nessuno, finalmente c'è una coalizione che, come io ho sempre auspicato fin dal primo giorno, inizia a dialogare e capisce che non si governa da avversari ma da alleati", ha detto Zingaretti, a margine di un incontro a Saronno (Varese), aggiungendo che "c'è dialogo con Conte, con Renzi, con Speranza. Anche grazie a quanto avvenuto alle elezioni regionali, abbiamo il dovere indicare la via d'uscita da una situazione complicata". 

Un rapporto cominciato male

Quello tra il Pd e il Movimento è un rapporto travagliato, iniziato nel peggiore dei modi con le consultazioni in streaming per negare pubblicamente il sostegno al mai nato governo Bersani, proseguito su due lati opposti della barricata per altri sei anni e tre esecutivi diversi (Letta, Renzi e il primo Conte), tramutatosi in incontro di pura necessità per frenare Matteo Salvini, che nell'estate del 2019 uscì con la Lega dal governo per chiedere elezioni anticipate. 

Quadrato intorno a Conte

Un'unione che ora, secondo le parole di Zingaretti, sembra però abbandonare la mera contingenza. Il governo ha retto alla prova del Covid, Pd e M5s hanno fatto quadrato intorno a Conte e hanno presentato una lista unica - con tanto di simbolo - alle suppletive nel Nord Sardegna, eppure alle amministrative hanno fatto enorme fatica a trovare una direzione comune, presentandosi insieme soltanto in Liguria, con Ferruccio Sansa, poi uscito sconfitto da Giovanni Toti. Dei due partner di governo, è proprio il Pd a essere uscito più forte dalla tornata elettorale (L'ANALISI EL VOTO DI YOUTREND), mentre il Movimento 5 stelle è alle prese con i dissidi interni e una resa dei conti ancora da compiersi per la nuova leadership. Una prova che probabilmente sarà decisiva per la "coalizione" di cui parla Zingaretti.

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