Inchiesta camici, Attilio Fontana indagato per "frode in pubbliche forniture"

Politica

Secondo gli inquirenti, il governatore lombardo sarebbe coinvolto nella vicenda dell'acquisto di 75mila camici da parte della Regione dalla ditta del cognato, la Dama Spa. Stando alle indagini, Fontana avrebbe saputo dell'operazione che la centrale di acquisti regionale Aria stava compiendo nonostante il conflitto di interesse. Lui si difende: “Certo del mio operato”. I pm: "Inchiesta aperta dopo denuncia di un bonifico sospetto"

È di "frode nelle pubbliche forniture" l'accusa mossa al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nella vicenda dell'acquisto di 75mila camici da parte della Regione Lombardia dalla ditta del cognato, Dama Spa. Gli inquirenti - i pm Luigi Furno, Carlo Scalas e Paolo Filippini, coordinati dall'aggiunto Maurizio Romanelli – ipotizzano infatti che il governatore sapesse dell'operazione che la centrale di acquisti regionale Aria stava compiendo nell'acquisto dei camici in periodo di emergenza, nonostante il conflitto di interesse derivante dal fatto che la Dama Spa è di proprietà del cognato, Andrea Dini, e che la moglie di Fontana, Roberta Dini, ne avesse ancora una quota del 10%. Fontana però si difende: "Apprendo con voi di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa", scrive su Facebook. "Sono certo dell'operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità".

Fontana: "Nei miei patrimoni non c'è nulla di nascosto"

"Nelle dichiarazioni richieste dalle norme sulla trasparenza sono riportati nel dettaglio i miei patrimoni, non vi è nulla di nascosto e non vi è nulla su cui basare falsi scoop mediatici". Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, in relazione all'inchiesta sulla vicenda dei camici che lo vede indagato per frode. "Adesso qualche ora di riposo, da domani si riprende come sempre il lavoro alla guida della Regione piu' bella del mondo", aggiunge Fontana. 

Il legale di Fontana: "Ha risarcito in coscienza il cognato"

Jacopo Pensa, legale di Fontana, spiega all'Ansa che "quando è venuto a sapere della fornitura, per evitare equivoci gli ha detto di trasformarla in donazione e lo scrupolo di aver danneggiato suo cognato lo ha indotto in coscienza a fare un gesto risarcitorio". Questo risarcimento, ha spiegato Pensa, "è rimasto lettera morta". "Non sono in grado di capire dove sia il reato ma i pm sanno quello che devono fare ed evidentemente sono state fatte indagini che hanno implicato l'iscrizione a garanzia dell'indagato", ha concluso.

Fontana avrebbe voluto "risarcire" il cognato

Sia Dini che Filippo Bongiovanni, ex dg di Aria (che poi ha chiesto di essere sollevato dal ruolo), sono indagati per turbata libertà nella scelta del contraente e in concorso con Fontana anche per frode. Intanto, come anticipato dal Corriere della Sera, i pm fonderebbero anche su alcuni movimenti di denaro le loro ipotesi investigative, a partire dall'idea che Fontana conoscesse l'operazione di acquisto dei camici dalla Dama Spa fin dall'inizio. Il governatore - stando alle indagini - avrebbe voluto in qualche modo 'risarcire' il cognato per l'acquisto non andato a buon fine e trasformato in donazione per questioni di opportunità - nel momento in cui un'inchiesta giornalistica aveva messo gli occhi sulla vicenda - trasferendogli una grossa somma da un conto estero. Un altro punto su cui si concentrano i pm sono inoltre i 25mila pezzi (dei 75mila totali) che Dini avrebbe ritirato dal pacchetto destinato ad Aria per piazzarli su libero mercato: nel venire meno al contratto stipulato con la Regione (che poi si fosse trasformato in donazione stornando la fattura sarebbe un fatto secondario) c'è un elemento che gli inquirenti reputano interessante.

leggi anche

Inchiesta camici, indagato il governatore della Lombardia Fontana

Il pm: "Inchiesta aperta dopo denuncia di un bonifico sospetto"

"Il fascicolo sulla fornitura dei camici viene aperto sulla base di una segnalazione di operazioni sospette trasmesso alla procura di Milano dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza": lo ha spiegato il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, che coordina le indagini assieme ai pm Furno, Scalas e Filippini, riferendosi alla segnalazione fatta dalla Unione Fiduciaria di un bonifico poi bloccato di 250mila euro da parte di Fontana alla Dama spa con la causale che si riferiva ai camici.

Salvini: "Fontana indagato è malagiustizia a senso unico"

In difesa di Attilio Fontana si è schierato il leader della Lega, Matteo Salvini: "Attilio Fontana 'indagato' perché un'azienda ha regalato migliaia di camici ai medici lombardi. Ma vi pare normale? La Lombardia, le sue istituzioni, i suoi medici, le sue aziende e i suoi morti meritano rispetto. Malagiustizia a senso unico e 'alla Palamara', non se ne può più", ha detto l'ex ministro dell’Interno. 

leggi anche

Caso camici Lombardia, interrogato ex dg Aria in Procura a Milano

Politica: I più letti