Dopo la crisi coronavirus, occorre "pensare se sia il caso di far tornare in capo allo Stato centrale competenze come la Sanità", spiega il vicesegretario del Pd. Concorda il leader politico del M5s: "Le Regioni stanno dimostrando la differenza di trattamento"
Dopo la crisi legata al coronavirus, occorrerà "cominciare a pensare se sia il caso di far tornare in capo allo Stato centrale competenze come la Sanità" (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE). A dirlo è il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, intervistato da La Stampa. Sulla proposta si trova d’accordo anche il leader politico del M5s, Vito Crimi, che, intervistato ad Agorà, auspica a sua volta un ritorno alla competenza statale (LE TAPPE DELL'EPIDEMIA - LE FOTO SIMBOLO - LE GRAFICHE CON I DATI ITALIANI).
Orlando: problemi su qualità dei sistemi regionali
Per Orlando, il tema della Sanità dovrà essere toccato “con calma”, dopo la fine dell’emergenza. Il problema, per l’esponente del Pd, è che "a seconda della qualità del sistema regionale che trovi, rischi di avere una speranza di vita differenziata". "Con 20 regioni che parlano 20 lingue diverse, credo sia necessario riconsiderare l'ipotesi della clausola di supremazia prevista dalla riforma del 2016, ovvero di un ritorno delle competenze sanitarie allo Stato centrale".
Crimi: "Regioni mostrano differenza di trattamento"
Appoggio alla proposta di Orlando arriva da Crimi, che sul tema ha spiegato: "È uno dei nostri primi ddl presentato dalla senatrice Taverna, togliere la tutela della salute dall’articolo 117 della Costituzione (come competenza regionale, ndr) e riportarla in capo allo Stato. Le Regioni stanno dimostrando la differenza di trattamento. Alcune Regioni stanno dando risposte ottime, altre no". Tra le prime Crimi ha indicato Emilia Romagna e Veneto, tra le seconde la Lombardia: "La Regione Lombardia è indicata come una Regione che ha una sanità di eccellenza e sta faticando a dare risposte”. Poi ha aggiunto: “Ricordo che un presidente che ha guidato la Regione per quattro mandati è stato condannato per tangenti nella Sanità".