Intervenendo a Sky TG24, il ministro ha sottolineato come a Bruxelles sia necessario "trovare strumenti per aiutare tutti", altrimenti l’Unione avrà mancato il suo obiettivo. L’ex deputata 5s difende anche lo stanziamento per i Comuni
"Se in questo momento l'Europa non è in grado di dimostrare la grande comunità di popoli, l'unione che dovrebbe essere, avrà fallito il suo obiettivo". Lo ha dichiarato ai microfoni di Sky TG24 la ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, parlando dell’emergenza coronavirus (IL LIVEBLOG - LO SPECIALE - LA DIFFUSIONE IN ITALIA IN GRAFICI E MAPPE)."Se a fronte di una pandemia non si riescono a trovare strumenti per aiutare tutti, è evidente che qualcosa di questo progetto non ha funzionato", ha aggiunto. Durante l’intervista, la ministra ha anche difeso lo stanziamento per i Comuni, che definisce "una pronta risposta immediata rispetto al rischio di crescita di tensione sociale", e ha parlato delle ricadute che questo periodo di smart working potrà avere sulla Pubblica Amministrazione.
Dare la possibilità ai singoli stati di investire risorse
In merito alle possibili soluzioni che dovrebbe adottare l’Unione europea per sostenere i Paesi membri in questo momento difficile, Dadone ha dichiarato: "Non so dire quale sia lo strumento migliore in assoluto, quello che è sicuro è che bisogna lasciare gli Stati liberi di riuscire ad investire risorse, di fare debito per riuscire a iniettare dei soldi nell’economia, perché una pandemia non era prevedibile da parte di nessuno, soprattutto con questo livello di impatto. La situazione è nuova e da gestire in maniera differente". In questo modo, la ministra ribadisce l’intenzione del governo di spingere per strumenti inediti e di non servirsi del fondo salva Stati, considerato per l’appunto una soluzione non adatta alla situazione.
"Evitiamo le polemiche"
Durante l’intervento, la ministra ha spiegato che, per quanto riguarda lo stanziamento per i Comuni, "è chiaro che servano ulteriori interventi, ma se si evitano polemiche, se si riesce a lavorare tutti assieme a tutti i livelli si riuscirà indubbiamente a fare un lavoro migliore. Non è gradevole per chi è a casa in isolamento vedere queste costanti repliche e controrepliche sulle misure". Dadone ha anche aggiunto che "le risorse sono state stanziate nel minor tempo possibile", e che copriranno questa prima istanza, "poi ci troveremo a lavorare sulle ulteriori misure che sono evidentemente necessarie per riuscire ad uscire da questa fase di crisi profonda".
Lo smart working è un nuovo approccio per la PA
La necessità di queste settimane di lavorare da casa, per la ministra, si sta rivelando "un passo importante, una modalità di organizzazione del lavoro completamente diversa, è una vera sfida e va preso questo percorso anche finita questa pandemia". Al momento, ha rivelato Dadone, "le amministrazioni centrali hanno un livello molto positivo, intorno all’80% di persone collocate in smart working, mentre i dati di tutte le Regioni si attestano al 69%". La ministra ha anche annunciato l’intenzione di portare a sistema il 30-40% di lavoratori "con questa modalità che a livello di produzione cambia proprio l’approccio lavorativo".