Coronavirus, Renzi: “Fabbriche riaprano entro Pasqua, poi scuole”. Scienziati: è presto

Politica

L’ex premier: “Serve piano per la riapertura ora. Serve attenzione e gradualità. Ma bisogna riaprire”. Calenda replica: "Frase poco seria. Potremo riaprire quando la curva inizierà a flettere seriamente”. Salvini: "Non è il momento". Burioni: "Bisogna stare in casa"

Si è acceso il dibattito in Italia per le parole di Matteo Renzi sulla riapertura delle attività come fabbriche e scuole, chiuse ormai da giorni per l’emergenza coronavirus (AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE). Il leader di Italia Viva ha proposto un suo piano per la riapertura delle aziende entro Pasqua e poi a seguire degli istituti scolastici. Una ipotesi che Carlo Calenda, suo ex compagno di partito nel Pd e ora leader di Azione, ha bollato come “poco seria” (LA MAPPA DEL CONTAGIO IN ITALIA - LE FOTO SIMBOLO). E anche diversi esponenti della comunità scientifica, tra cui Burioni e Pregliasco, hanno detto che è ancora troppo presto per parlare di riaperture in tempi brevi delle attività in Italia.

Renzi: fabbriche aprano entro Pasqua, poi scuole

In un’intervista ad Avvenire, Renzi ha detto: “Serve un piano per la riapertura e serve ora. Le fabbriche devono riaprire prima di Pasqua. Poi il resto. I negozi, le scuole, le librerie, le Chiese. Serve attenzione, serve gradualità. Ma bisogna riaprire". Anche per quanto riguarda le scuole, il leader di Iv sostiene la necessità che "si torni a scuola il 4 maggio. Almeno i 700 mila studenti delle "medie" e i duemilionisettecentomila delle "superiori". Tutti di nuovo in classe dopo aver fatto un esame sierologico: una puntura sul dito e con una goccia di sangue si vede se hai avuto il virus". "Bisogna garantire gli esami", osserva ancora: "Il sei politico fa male. I ragazzi hanno il diritto di essere valutati e il governo ha il dovere di permetterlo" (DOMANDE E RISPOSTE DEGLI ESPERTI A SKY TG24).

La proposta di Renzi

Secondo Renzi poi "ogni tipo di richiesta di denaro va sospesa: tasse, affitti, mutui. Chi è stato chiuso regge se gli elimini le scadenze o se gli offri una straordinaria iniezione di liquidità". "Il governo - prosegue - ha bloccato le libertà di sessanta milioni di italiani ma non è stato capace di bloccare il virus della burocrazia. Il 'Cura-Italia' è un incomprensibile fiume di parole". Infine, per l'ex premier è necessario "immaginare una strada per far emergere le sacche di "irregolarità" e immaginare anche per queste precise garanzie. Penso ai lavoratori in nero a cominciare dalle badanti fuori regola e penso agli immigrati regolari che chiedono cittadinanza. Facciamo emergere la verità. E diamo cittadinanza a chi lavora" (MINISTRO PROVENZANO: ESTENDERE REDDITO CITTADINANZA).

Calenda: parole Renzi su riapertura poco serie

"Caro Matteo Renzi, la tua dichiarazione che bisogna riaprire prima di Pasqua è poco seria”, ha replicato Calenda. “Potremo riaprire quando la curva inizierà a flettere seriamente. Altrimenti il lockdown sarà stato inutile e dovremo riapplicarlo al primo riaccendersi di un focolaio. Al contempo bisogna preparare la riapertura. Sono attività impegnative. Come servire le categorie a rischio che rimarranno a casa; far arrivare il materiale di protezione alle fabbriche; far partire il tracciamento e i tamponi; preparare il Sud per una recrudescenza sui giovani che ci sarà comunque se apri a tutti; gestire orari della distribuzione commerciale”. L’ex ministro ha poi attaccato: “Continuate a parlare per slogan senza comprendere le implicazioni gestionali. La verità è che in tutto l’Occidente abbiamo una classe dirigente politica che non è pronta per affrontare la prima vera emergenza della nostra generazione".

Salvini: “Non è il momento di riaprire”

"Leggo di un mio collega senatore che pensa alla riapertura. È giusto ragionare sul domani ma non credo sia il momento", ha commentato anche il leader della Lega, Matteo Salvini, in diretta su Facebook. "Non si possono riaprire da domani scuole e fabbriche".

Gli scienziati: presto per parlare di riaperture

Il virologo Roberto Burioni, su Facebook, ha spiegato che la situazione è "ancora talmente grave da rendere irrealistico qualunque progetto di riapertura a breve. Al momento bisogna stare tappati in casa, altrimenti si vanificano i sacrifici che abbiamo fatto fino ad ora, punto e basta". Anche il virologo Fabrizio Pregliasco, dell'Università di Milano, ha chiarito che per la fine delle misure di isolamento sociale e per una riapertura di aziende e scuole "è ancora presto, realisticamente bisognerà aspettare almeno fine aprile". Di fatto, afferma, "non ci sarà un unico picco di casi ma ci saranno presumibilmente vari picchi sul territorio, in tempi diversi. Dunque l'arma più efficace per ora restano l'isolamento e le misure restrittive".

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