"Non possiamo imporre a tutta Italia di non andare il lavoro, in questo momento tutte le decisioni vengono prese con la dovuta attenzione, siamo sempre assistiti dal comitato scientifico", ha detto intervistata a Radio Capital
Il ministro della Pa Fabiana Dadone ha escluso la chiusura totale degli uffici pubblici per coronavirus, spingendo invece sullo smart working.
"Non possiamo imporre a tutta Italia di non andare il lavoro – ha detto intervistata a Radio Capital - In questo momento tutte le decisioni vengono prese con la dovuta attenzione, siamo sempre assistiti dal comitato scientifico, ci facciamo aiutare nella presa delle decisioni. È una situazione nuova anche per noi, non è facile per tutti e non è facile per noi prendere misure drastiche. Stiamo cercando di prendere misure in maniera scaglionata; negli 11 comuni nell'area rossa sono stati chiusi tutti gli uffici, dove c'è una quarantena forzata è chiaro che un dipendente pubblico come uno privato non possa andare al lavoro. Ma non possiamo imporre a tutta Italia di rimanere chiusa e bloccare completamente il Paese".
“Per ora non si parla di chiudere uffici pubblici”
"Per questo motivo - ha aggiunto Dadone - ho spinto molto con la circolare sullo smart working, per permettere non di tenere necessariamente aperto l'ufficio al pubblico per limitare i contagi ma di riorganizzare il lavoro per permettere che i servizi di back office che si fanno al di là dello sportello possono essere seguiti da casa". “Per ora quindi non si parla di chiusura degli uffici e i dipendenti pubblici possono mostrare il tesserino e possono muoversi", ha concluso.