In un'intervista a La Repubblica, il fondatore della Lega Nord boccia la linea del segretario e rilancia l'autonomia: "Per riuscire a raggiungerla, l'esperienza insegna che serve mantenere anche buoni rapporti con la sinistra"
"Ho aderito al gruppo Lega per Salvini premier per forza di cose. Ma una tessera nazionalista mica fa per me. Ci sono tanti militanti che non approverebbero. Soffrono perché la Lega ha tolto la parola al Nord. Ma non è finito il mondo. Un recupero è possibile". A dirlo, in un'intervista a La Repubblica, è il fondatore della Lega Nord, Umberto Bossi. "La gente si chiede: la Lega fa ancora gli interessi del Nord, sì o no? Basta fare due conti. Più della metà degli elettori italiani vive sopra il Po. Se perdiamo questi, è finita". E commentando i risultati elettorali in Emilia Romagna, dice "Con la linea nazionalista neanche in Emilia c'era da pensare di vincere. Bonaccini è stato bravo ad agganciarsi per tempo al treno di Lombardia e Veneto, con il progetto del regionalismo differenziato. La Lega nazionalista invece gli ha concesso uno spazio che doveva essere il suo. Come non capire che il popolo emiliano vuole raggiungere il traguardo?".
La battaglia per l'autonomia
La priorità, per il fondatore della Lega, è continuare a battersi per l'autonomia, e per riuscire a raggiungerla "l'esperienza insegna che serve mantenere anche buoni rapporti con la sinistra". "Sono convinto che l'autonomia è una meta che raggiungeremo", conclude Bossi.