M5s, Buffagni difende Di Maio: "Avvoltoi su di lui. Non c’è un leader alternativo"

Politica

Il vice ministro grillino dello Sviluppo economico a la Repubblica parla dell’“ansia di annunci” come punto debole del Movimento. E l’ex ministra della Salute Giulia Grillo, al Mattino, confessa: “Serve una svolta. O si cambia oppure lascio” 

"Alcuni hanno troppo spesso anteposto l'"io" al "noi", pagato i grandi annunci non suffragati dai fatti e ci siamo fidati di persone che si sono poi rivelate inaffidabili”. Parola di Stefano Buffagni, vice ministro grillino dello Sviluppo economico che, intervistato da la Repubblica, parla del punto debole dei 5 stelle: “l’ansia di annunci”.

La difesa di Luigi Di Maio

"Ci sono tanti avvoltoi in giro e non vedo leadership alternative all'orizzonte", sottolinea Buffagni che difende a spada tratta il capo politico del Movimento Luigi Di Mario. "Con la sua guida - ricorda il vice ministro - abbiamo stravinto le elezioni del 2018, e parliamo di una persona di 34 anni. Forse ha peccato di inesperienza, come tutto il M5s, ma altri avrebbero fatto meglio?"

"Serve un rilancio e una evoluzione" del M5s

Serve un “rilancio e una evoluzione” del Movimento, continua Buffagni. “Una nuova agenda e più meritocrazia… La capacità di porci obiettivi senza creare sempre enormi aspettative”. “Sviluppo economico sostenibile, salvaguardia dello Stato sociale e più spazio e supporto anche al Nord che non può fare tutto da solo” sono le “stelle polari” individuate da Buffagni. E su chi, il Movimento, lo ha abbandonato (diciannove parlamentari in meno in quasi due anni) dice: “Dopo le Europee sapevamo che in tanti se ne sarebbero andati, quando le cose non vanno bene è facile scappare. Però dopo l’adolescenza al M5s adesso serve la costruzione di una cultura politica”.

Giulia Grillo: "Senza una svolta pronta a lasciare"

Si dice pronta ad andarsene anche l’ex ministra della Salute Giulia Grillo che, intervistata dal Mattino, confessa: "O si cambia impostazione oppure lascerò il M5s perché serve una svolta". "Bisogna partire dal significato della figura del capo politico, quando decidemmo di darci questa struttura non l'avevamo intesa così” dice la Grillo. “Ormai siamo una struttura verticistica senza pesi e contrappesi. All'inizio il capo politico doveva essere una figura marginale e invece si è data un'interpretazione del ruolo come se dovesse essere l'uomo solo al comando".

Alfonso Bonafede: "Di Maio è il capo politico"

"Non vedo una guerra contro Luigi Di Maio perché per definirla tale servirebbe la partecipazione di molte persone. Invece è una minoranza che sta provando ad attaccare Luigi. Ma il capo politico è lui e deve restare lui". Lo afferma il ministro della Giustizia M5s, Alfonso Bonafede, che in un'intervista al Fatto quotidiano, respinge le polemiche sul doppio incarico di Di Maio. Come si può essere capo politico M5s e ministro degli Esteri? "Semplice - risponde Bonafede - lavorando 24 ore al giorno come fa Di Maio, che si dedica senza sosta a entrambi i ruoli".

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