Autostrade, De Micheli: offerta non basta per evitare revoca. Smentite su maximulta

Politica

Il ministro dei Trasporti, intervistata da Repubblica, ha detto: “Abbassino pedaggi. I cittadini devono ottenere risparmio”. Oggi vertice con Conte per discuterne. Ipotesi di una maximulta per chiudere il caso con Aspi: M5s è contrario, De Micheli: scenario mai valutato

Il governo sta studiando varie opzioni per chiudere il caso con Aspi dopo il crollo del ponte Morandi. Nelle ultime ore è emersa l'ipotesi di una maximulta contro Autostrade per l'Italia come possibile alternativa alla revoca delle concessioni. Lo scenario però non piace al M5s: "Maxi multa? Non scherziamo. Lo Stato non accetta carità, solo giustizia per le vittime", affermano fonti pentastellate. Il leader Pd Zingaretti invece dice: "Deciderà il governo". Mentre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, ha chiarito: "Non abbiamo mai valutato né privatamente né pubblicamente l'ipotesi di una maximulta. Nei prossimi giorni il governo assumerà i provvedimenti conseguenti nella sua piena collegialità". La stessa De Micheli, in precedenza è intervenuta sul tema in un’intervista a Repubblica: “Autostrade? La loro offerta non basta. Per evitare la revoca abbassino i pedaggi. I cittadini devono ottenere un risparmio”. Oggi De Micheli ha in agenda un vertice con il premier Conte per discutere della questione (RENZI: VOTEREMO CONTRO REVOCA - DI MAIO INVECE FAVOREVOLE).

M5s: "Nessuno sconto per chi ha causato il crollo del ponte Morandi"

Il M5s è contrario all'ipotesi di una maxi-multa: "Per chi ha causato il crollo del ponte Morandi non ci saranno sconti", affermano fonti M5s. "Ci sono le famiglie di 43 vittime che ancora attendono giustizia. La revoca della concessione ad Autostrade va inoltre nella direzione di un successivo abbassamento dei pedaggi. Bisogna cambiare il sistema degli affidamenti".

Zingaretti: "Maxi multa? Decide il governo"

"Non so da dove è uscita fuori questa proposta, francamente", ha replicato invece il leader Pd Nicola Zingaretti parlando da Vignola (Modena), sull'ipotesi della maximulta. "Adesso vedrà il governo come affrontare il tema. Su Autostrade è molto chiaro: è giusto che lo Stato sia più forte e autorevole nei rapporti con i concessionari, ma non bisogna avere nessun preconcetto. Si entra nel merito delle concessioni: chi le ha rispettate, bene. Chi non le ha rispettate bisognerà vedere come comportarsi”.

De Micheli: offerta non basta per evitare revoca

Il ministro De Micheli, nella sua intervista su Repubblica, aveva detto: "Autostrade comprende i 600 milioni della ricostruzione del Ponte Morandi nel risarcimento che offre allo Stato? Sono soldi già previsti per legge. Se la discussione comincia così non è solo insufficiente, è anche irricevibile". Poi ha aggiunto che "l'adozione dell'eventuale revoca poggia su due basi: giuridica ed economica. Vanno valutate entrambe. Le decisioni del caso verranno condivise con il premier e con i ministri" e la "verifica è praticamente conclusa”. Per quanto riguarda l'alternativa alla revoca, De Micheli spiega che Aspi, la società che gestisce per la holding Benetton le concessioni, "ha fatto diverse proposte anche al precedente governo. Queste interlocuzioni sono sfociate in vari incontri nei quali sono state indicate delle disponibilità. Le abbiamo ritenute insufficienti per le ricadute a vantaggio dei cittadini”. I soldi offerti per la riduzione dei pedaggi non bastano, dice: "Ci saremmo aspettati una riduzione significativa delle tariffe ai caselli, senza modificare il piano di maggiori investimenti per la rete e per la manutenzione", "la proposta è insufficiente".

Cosa succede ora

Sul dossier della concessione dovrebbero fare il punto oggi Conte e De Micheli a margine del consiglio dei ministri. Non dovrebbe essere invece il Cdm odierno a prendere la decisione. Autostrade sembra intenzionata a trattare con il governo per salvare la concessione. Il futuro della società, con la revoca e l'indennizzo ridotto previsto dal Milleproroghe (che lo porta da 23 a 7 miliardi), si troverebbe davanti al rischio fallimento. Una trattativa ufficialmente non risulta avviata. Ma viene invece indicata da indiscrezioni di stampa, che parlano della richiesta da parte del governo ad Aspi di compensazioni per 3,5-4 miliardi di euro, attraverso una riduzione del 5% delle tariffe, un tetto massimo agli aumenti del 2% e una remunerazione del capitale investito del 6-7%. L’altra strada possibile potrebbe essere anche quella di una maxi-multa, scenario che però nelle ultime ore sembra aver perso consistenza per le opposizioni di vari esponenti della maggioranza.

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