Dopo una mattinata segnata dallo stralcio di alcuni emendamenti e dalle polemiche successive, l'Aula ha votato - con maggioranza assoluta - la fiducia alla legge di Bilancio. Il ddl passa ora alla Camera per la seconda lettura
Con 166 sì e 128 no - quindi con la maggioranza assoluta - il Senato ha dato il via libera alla fiducia sulla manovra 2020 (TUTTE LE MISURE). Al momento della proclamazione del voto, la maggioranza in Aula ha applaudito. Il ddl di bilancio passa ora alla Camera per la seconda lettura. Dopo le modifiche approvate in Senato la manovra potrebbe salire e toccare i 32 miliardi secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, che sottolineano come i conti siano ancora in corso e occorra attendere per una cifra definitiva.
Gualtieri: "Voto ci consegna maggioranza solida e coesa"
"Il voto del Senato ci consegna una maggioranza solida e coesa, e una manovra che esce non solo confermata ma anche rafforzata nel suo impianto", ha detto in una nota il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. "Con un governo insediato da pochi mesi, che ha ereditato una situazione difficile, questa legge di bilancio può essere considerata un piccolo miracolo", ha aggiunto.
Chi ha votato 'no'
Gianluigi Paragone del M5s, come annunciato, ha votato no, mentre quattro senatori pentastellati - Cataldo Mininno, Lello Ciampolillo, Primo Di Nicola e Mario Michele Giarrusso - non hanno partecipato al voto. Hanno votato no anche Grassi, Lucidi e Urraro, ex senatori M5s passati con la Lega.
Di Nicola: "Ho votato no perché mancano misure sisma"
Il senatore M5S Primo Di Nicola ha così motivato su Facebook il suo "no": "Avevo annunciato che non avrei dato il mio voto se non avessi trovato in legge di Bilancio le misure previste nel mio emendamento per gli interventi urgenti sulla messa in sicurezza e l'adeguamento delle scuole a più alto rischio sismico. Purtroppo il mio emendamento è stato respinto senza altre misure alternative di prevenzione, che pure ho cercato di fare inserire sino all'ultimo minuto".
Boccia: "Ddl autonomia collegato alla manovra"
Alle dieci e trenta è poi iniziato a Palazzo Chigi il vertice di maggioranza convocato per fare il punto su alcuni provvedimenti del governo. Tra le altre questioni, l'Autonomia differenziata. "La riunione è andata bene, si è parlato solo di Autonomia. Aspettiamo gli ultimi contributi dalle forze di maggioranza e siamo pronti ad andare in Parlamento. Avevamo promesso che il ddl sull'Autonomia sarebbe stato un collegato alla manovra e così sarà" ha detto il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia al termine del vertice di maggioranza nel quale, spiega, "sono arrivati contributi, che credo ultimativi, da M5S e Leu". E ha aggiunto: "Matteo Renzi ha chiesto un cambio di passo? L'Autonomia è proprio l'occasione per cambiar passo, per dare un segnale. Oggi M5S e Leu hanno dato i loro contributi, da Italia Viva mi aspetto contributi di merito. Il Pd è pronto". Freni dalle altre forze? "Freni no. Ci sono necessità diverse e dobbiamo rendere i temi della politica romana compatibili con i temi dell'efficienza".
Il Cdm al Senato
Poco dopo il voto alla manovra in Senato è cominciato il Consiglio dei ministri sulla nota di variazione al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e per il triennio 2020-2022. La riunione è stata breve, dopo pochi minuti è arrivato il via libera alla nota.
Lo stralcio degli emendamenti
In mattinata la presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Casellati aveva comunicato all'Aula il giudizio di inammissibilità delle norme sulla cannabis light, la tobin tax e lo slittamento da luglio 2020 al primo gennaio 2022 della fine del mercato tutelato per l'energia. Ne era seguita un'accesa discussione in Aula, con accuse alla Presidente.