Liliana Segre: "Stupita davanti ad astensioni, credevo la stagione dell'odio fosse finita"

Politica

La senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz non nasconde l'amarezza per l'ampia astensione e le critiche alla sua proposta - approvata - di istituire una commissione contro l'odio razziale 

"Credevo che la stagione dell'odio fosse finita": così la senatrice a vita Liliana Segre commenta, in un colloquio con Repubblica, commenta l'astensione di 98 senatori sulla sua proposta di costituire una commissione d'inchiesta contro l'odio e la discriminazione razziale. 

"Il mio era un appello etico che parlava alle coscienze, alle anime e ai cervelli dell'intero ceto politico italiano, senza distinzione tra destra e sinistra", spiega Segre, senza nascondere il proprio stupore: "Davo per scontato che il Senato della Repubblica l'avrebbe accolto come si accoglie un principio fondamentale di civiltà. Il mio sentimento davanti alle astensioni? Stupore". Pensavo che sulle discriminazioni razziali non ci fossero margini per i distinguo. Ma evidentemente i tempi sono cambiati".

La stoccata contro Salvini e Meloni

La senatrice a vita si dice stupita anche dalla citazione di Orwell fatta da Matteo Salvini, che ha paragonato la commissione all'organo di uno Stato di polizia. E a Meloni che aveva tacciato la commissione di essere "contro il patriottismo" replica che "il 'nazionalismo aggressivo' è cosa diversa dal patriottismo". Segre conclude con una riflessione: "Quando una democrazia è fragile si possono ripetere situazioni del passato. E chi vive più a lungo corre il pericolo di vedere cose che non vorrebbe vedere". 

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