Parlando in conferenza stampa il presidente del Consiglio spiega: "Anche gli Usa hanno riconosciuto che non avevamo elementi da fornire"
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rilasciato una breve conferenza stampa al termine della sua audizione al Copasir sul caso Russiagate, nel quale ha spiegato che l'intelligence italiana "è estranea al caso" e che le stesse richieste arrivate da parte Usa erano finalizzate solo a "controllare l'operato degli agenti americani".
Conte: "Io non ho mai parlato con Barr"
La richiesta del ministro della Giustizia Usa William Barr è arrivata nel giugno scorso “attraverso ordinari canali diplomatici", ha spiegaot Conte, e si trattava di una "richiesta di contatti con la nostra intelligence al fine di verificare l’operato di agenti americani”. Quindi, ha sottolineato il premier, "non si metteva in discussione l’operato delle autorità italiane". E, ha aggiunto Conte, "io non ho mai parlato con Barr".
I due incontri
Conte ha confermato che gli incontri di Barr con i vertici dell'intelligence italiana sono stati due: una prima riunione tecnica alla presenza di Gennaro Vecchione, che "non si è svolta nella sede dell'ambasciata Usa e nnemmeno in un bar ma nella sede di piazza Dante, “cioè un luogo istituzionale”, ha sottolineato il premier. Il secondo incontro invece è datato 27 settembre e vede - ha confermato Conte - la presenza dei direttori di Aise e Aisi Luciano Carta e Mario Parente.
"Non abbiamo elementi da fornire"
Alla fine delle riunioni è stato chiarito "che non abbiamo elementi da fornire perché l'intelligence italiana non è coinvolta nelle vincende del Russiagate", ha detto Conte, aggiungendo che anche da parte Usa "all’esito dell’incontro hanno rinosciuto che non vi fossero elementi di segno contrario".