Dallo Ius Soli allo Ius Culturae sono tre le proposte di legge all'esame della Commissione Affari Costituzionali che ha avviato l'iter alla Camera per riformare le modalità di acquisizione della cittadinanza italiana basata ora sullo Ius Sanguinis
Avviato alla Camera, dalla Commissione Affari Costituzionali, l'iter per modificare la normativa in materia di cittadinanza italiana. Tre le proposte in campo.
Ius Soli
La proposta che porta la firma di Laura Boldrini, passata recentemente da Leu nelle file del Pd punta a dare la cittadinanza a "chi è nato nel territorio italiano da genitori stranieri di cui almeno uno è regolarmente soggiornante in Italia da almeno un anno al momento della nascita del figlio" o a "chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno è nato in Italia". In questi casi per diventare cittadino italiano basterebbe una dichiarazione di volontà espressa da un genitore. Entro un anno dal compimento dei 18 anni si può rinunciare alla cittadinanza se ne è in possesso di un'altra. Senza la dichiarazione di volontà da parte di un genitore si acquista la cittadinanza, senza ulteriori condizioni, una volta fatta richiesta, entro due anni dal compimento dei 18 anni. Per i minori, entrati in Italia entro il decimo anno, basterebbe una dichiarazione una volta raggiunta la maggiore età se si è soggiornato in Italia. La proposta Boldrini introduce anche lo ius culturae: il minore figlio di genitori stranieri acquista la cittadinanza italiana, a seguito di dichiarazione di volontà in tal senso espressa da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale, se ha frequentato un corso di istruzione primaria o secondaria di primo grado presso istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione. La proposta va a modificare anche le attuali norme in tema di acquisizione della cittadinanza per matrimonio. Infine, la proposta prevede l'acquisizione della cittadinanza per lo straniero che risiede legalmente da almeno cinque anni nel territorio della Repubblica e che è in possesso di un determinato requisito reddituale (gli anni scendono a tre per i rifugiati).
Ius Culturae
Il testo presentato dalla deputata di Forza Italia Renata Polverini si concentra solo sullo Ius Culturae per i bimbi stranieri che abbiano concluso un ciclo di scuole primarie. La proposta prevede norme aggiuntive all'attuale normativa sulla cittadinanza. "Lo straniero, nato in Italia e che abbia completato il corso di istruzione primaria secondo la disciplina vigente risiedendovi legalmente fino a tale data, diviene cittadino mediante dichiarazione resa, in qualunque momento. Qualora si tratti di minore, la dichiarazione è resa dal soggetto che esercita la potestà dei genitori secondo l'ordinamento dello Stato di origine. Quanto allo straniero nato in Italia, è necessario che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età. Infine, lo straniero nato in Italia, acquista la cittadinanza italiana, a condizione che alla data di presentazione dell'istanza risieda legalmente da almeno tre anni nel territorio della Repubblica, previo superamento di un esame che ne accerti la conoscenza della cultura e della lingua italiana nonché dei principi e delle norme fondamentali dell'ordinamento italiano.
Ius Culturae e Ius Soli 'Temperato'
A mediare le due precedenti proposte c'è il testo presentato da Matteo Orfini del Pd. Si tratta di una proposta di legge che stabilisce che chi è nato in Italia, e ha terminato un ciclo di studi nel nostro paese, ha diritto alla cittadinanza italiana. Si tratterebbe di una sorta di ius soli 'temperato', ovvero l'essere nato in Italia non è requisito sufficiente, ma occorre aver terminato un ciclo di studi nelle scuole italiane. La bozza della proposta di legge prevede che la cittadinanza italiana può essere richiesta e quindi riconosciuta a "chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno vi risiede legalmente senza interruzioni da non meno di cinque anni, o sia in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo". Inoltre, la cittadinanza può essere chiesta e riconosciuta in base al principio dello ius culturae: "Il minore straniero nato in Italia o che vi ha fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età che, ai sensi della normativa vigente, ha frequentato regolarmente, nel territorio nazionale, per almeno cinque anni, uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale, acquista la cittadinanza italiana".
La normativa attuale e lo Ius 'Sanguinis'
Al momento la cittadinanza italiana si basa sul principio dello 'Ius sanguinis' (diritto di sangue), per il quale il figlio nato da padre italiano o da madre italiana è italiano. I cittadini stranieri, tuttavia, possono acquistare la cittadinanza italiana se risultano essere in possesso di determinati requisiti. Innanzitutto, la cittadinanza può essere concessa per matrimonio, in presenza di determinati requisiti; in secondo luogo, può essere acquisita per 'residenza italiana', ma con limiti ben definiti e, infine, lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, può dichiarare di voler eleggere la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data. Tutta la materia è attualmente regolata dalla legge n. 91 del 5 febbraio 1992, successivamente modificata dalla legge 94 del 2009, e ulteriori regolamenti.