La Camera nega gli arresti domiciliari per il deputato di Forza Italia Diego Sozzani

Politica

L’Aula ha votato a scrutinio segreto contro l'autorizzazione all'applicazione della misura cautelare nei confronti del parlamentare indagato per finanziamento illecito nell’ambito del presunto sistema di tangenti e appalti truccati del Milanese

L'Aula della Camera ha negato l'autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato di Forza Italia Diego Sozzani, nell'ambito di un procedimento per finanziamento illecito relativo ad una fattura di diecimila euro. I voti a favore sono stati 235, 309 i contrari, un astenuto. A fine luglio la Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio si era invece espressa per l'ok ai domiciliari a maggioranza, con il voto a favore di M5S e Pd: una decisione annullata oggi dall'Assemblea, a scrutinio segreto.

Applausi dal centrodestra e da qualche deputato Pd

La proclamazione del risultato della votazione è stata salutata da un fragoroso applauso dai banchi del centrodestra. Sozzani non ha partecipato alla votazione: intervenendo poco prima del voto ha annunciato che avrebbe lasciato l'aula per "permettere di votare con il massimo della autonomia". "Vi dico la mia innocenza. Non mi sottrarrò al confronto con la magistratura ma voglio farlo da uomo libero", ha detto, dicendosi "distrutto dal punto di vista psicologico". Le sue parole sono state applaudite dal centrodestra ma anche, timidamente, da qualche deputato del Pd. Il Pd, con Federico Bazoli, aveva annunciato il suo voto per l'autorizzazione alla concessione degli arresti domiciliari "perché non sussiste fumus persecutionis”.

Negato anche l’uso delle intercettazioni telefoniche

Poco prima l’Aula della Camera ha negato anche l'uso delle intercettazioni delle conversazioni di Sozzani. Il voto dell'Assemblea conferma la decisione assunta dalla la Giunta per le Autorizzazioni presieduta da Andrea Delmastro (Fdi), nel senso del diniego dell'uso delle intercettazioni, che sono state realizzate dagli inquirenti 'a strascico' con un Trojan installato su un dispositivo di un collaboratore del deputato di Forza Italia. L'autorizzazione è stata negata con 352 sì, 187 no e due astenuti. Solo i deputati M5S hanno votato per la concessione dell'autorizzazione.

Il presunto sistema di tangenti

I pm milanesi indagano su Sozzani per un presunto finanziamento illecito ricevuto dall'imprenditore Daniele D'Alfonso (in carcere) da 10mila euro per le elezioni politiche del marzo 2018: un finanziamento che farebbe parte di un sistema di tangenti e appalti truccati svelato dalla Dda milanese lo scorso 7 maggio.

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