Conte 2018-2019, "dal governo di cambiamento" al "governo per tutti": discorsi a confronto

Politica

Matteo Furcas

Dal "governo del cambiamento" basato sul contratto Lega-M5s a quello "per tutti, nel segno della novità", dalla preoccupazione per la collocazione europea dell'Italia a quella per l'economia. L'analisi delle espressioni più utilizzate

Dal “governo del cambiamento” a un governo “non contro, ma per”. Dalla figura di “avvocato del popolo” al “nuovo umanesimo”: ci sono analogie e differenze nei due discorsi tenuti da Giuseppe Conte al Quirinale dopo aver ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo da Sergio Mattarella, nel 2018 e nel 2019. Di contenuti e parole chiave. Conte appare di fronte ai giornalisti il 23 maggio 2018 e pronuncia un discorso breve, di soli 3 minuti e mezzo (VIDEO), in cui espone una sorta di manifesto di quello che battezza come il “governo del cambiamento”, basato sul contratto tra Lega e M5s. Il 29 agosto 2019, si dilunga molto di più, arrivando a 9 minuti (VIDEO): c’è più incertezza nello scenario politico, non c'è alcun "contratto" e Conte espone alcune linee programmatiche. Ecco come le tag cloud aiutano a mettere a confronto i due discorsi evidenziando le parole più usate da Conte nelle due occasioni (IL LIVEBLOG - IL TOTOMINISTRI - I COMMENTI DELLA STAMPA ESTERA).

I contenuti politici

Nel momento del discorso del 2018, Lega e M5s hanno già messo a punto il “contratto di governo”, che secondo Conte “rappresenta in pieno le aspettative di cambiamento dei cittadini italiani”. Tutt’altro scenario rispetto all’agosto 2019: il fronte si è ribaltato, ora il M5s negozia con il Pd ma le trattative – sia per quanto riguarda il programma che sui nomi – sono ancora in pieno svolgimento. E Conte parla infatti più genericamente di “forze politiche che hanno espresso il loro sostegno a favore di questo nuovo progetto politico”. Anche per questo il discorso del 2019 è molto più lungo rispetto a quello di un anno prima. Non c’è un programma di governo dettato dal Contratto, anzi deve essere ancora elaborato. Conte snocciola un lungo elenco di punti cardine su cui basare l’azione di un nuovo esecutivo, una parte che nel 2018 era superflua visto il Contratto Lega-M5s già “ufficializzato”. Tutti i punti esposti da Conte nel 2019 partono dall’espressione “un Paese che”. E infatti, come si vede dalla tag cloud, "Paese" è la parola più utilizzata nel discorso del 2019: ben 17 volte.

Un "governo per tutti, nel segno della novità"

Il Conte del 2019 sembra lavorare per l’unità e la coesione del Paese in un momento delicato, sia nei contenuti che illustra come cardini di nuovo esecutivo che in senso politico aprendo alle due forze che proveranno a formare un nuovo governo. Nel secondo discorso tra le parole più usate oltre a “Paese” appaiono infatti “per”, “tutti” e “cittadini”. Conte parla di “lavorare per l’interesse generale di tutti i cittadini”, “nessuno escluso”. Quest’ultima sembra quasi un’apertura al M5s, nel suo richiamare una delle espressioni storiche del Movimento come “nessuno deve rimanere indietro”. Ma poi sembra anche aprire a quella che potrebbe diventare una nuova forza della maggioranza, il Pd, pur non citandolo esplicitamente: “Realizzerò un Governo nel segno della novità”, dice, “è quello che mi chiedono anche le forze politiche che hanno annunciato la disponibilità a farne parte”. Un’apertura a quanto detto più volte da Zingaretti nelle settimane precedenti, che chiede un governo “nel segno della discontinuità”.

Europa e scenari politici e internazionali

E ancora, Conte nelle due occasioni è mosso da preoccupazioni diverse. Nel 2018 deve rassicurare (uno dei temi su cui Mattarella ha sempre chiesto garanzie) sulla “collocazione europea”, tanto è vero che l’espressione appare quasi subito nel discorso ("Sono consapevole della necessità di confermare la collocazione europea e internazionale dell'Italia"). Nel 2019 è l’urgenza del momento politico, interno e internazionale, a dettare l’esigenza di tempi rapidi, come richiesto dal capo dello Stato. E infatti Conte annuncia subito l’avvio delle sue consultazioni per un nuovo governo e dopo pochi momenti ricorda che “è una fase molto delicata per il Paese, dobbiamo uscire al più presto dall'incertezza politica innescata dalla crisi di Governo”. E, più avanti, sottolinea che “il Paese ha l’esigenza di procedere speditamente”.

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