Elezioni anticipate, c'è il rischio dell'esercizio provvisorio: cos'è e cosa prevede

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Il provvedimento è previsto dall'articolo 81 della Costituzione e vincola il governo per un massimo di 4 mesi a gestire da solo, mese per mese, l'ordinaria amministrazione

Con la crisi di governo si avvicina lo spettro dell'esercizio provvisorio e dell'aumento dell'Iva. Sembra sempre più probabile un ritorno al voto e con le elezioni anticipate (LE DATE) non ci sarebbe il tempo di varare in autunno, ossia nei tempi previsti, la manovra economica. Questo porterebbe a dover ricorrere al provvedimento dell'esercizio provvisorio, previsto dalla Costituzione, che vincola il governo per un massimo di 4 mesi a gestire da solo - mese per mese - l'ordinaria amministrazione. Ma la misura comporta anche dei rischi quali, appunto, l'aumento dell'imposta a valore aggiunto.

Cos'è l'esercizio provvisorio

Previsto dall'articolo 81 della Costituzione, il provvedimento limita l'attività dell'esecutivo nel gestire questioni amministrative come riscuotere le entrate e pagare stipendi, pensioni e debiti, con margini di spesa estremamente ridotti, calibrati in tanti dodicesimi quanti sono i mesi di esercizio provvisorio. È possibile anche fare dei risparmi in quanto è consentito spendere solo lo stretto indispensabile, per esempio gli stipendi degli statali.

Quando e perché scatta l'esercizio provvisorio 

Il provvedimento scatta se non venisse approvata la legge di bilancio entro fine anno. Il disegno di legge, che accorpa sia la legge di stabilità che quella di bilancio, va presentato alle Camere entro il 20 ottobre, termine che segue un altro appuntamento importante per il governo italiano: il 15 ottobre, con la scadenza per la presentazione in sede europea del progetto di documento programmatico di bilancio, ed entro il 31 dicembre, le Camere devono approvare la manovra triennale di finanza pubblica. Se questo non avviene scatta appunto l'esercizio provvisorio che toglie al governo il potere di accertare e di riscuotere le entrate e di erogare le spese.

Come funziona il provvedimento

L'esercizio provvisorio può scattare solo per legge. Nella sua durata, le spese possono essere effettuate, per ciascun capitolo, nella misura di tanti dodicesimi quanti sono i mesi dell'esercizio provvisorio, ovvero nei limiti della maggior spesa necessaria qualora si tratti di spesa obbligatoria e non suscettibile di impegni o di pagamenti frazionati in dodicesimi. In pratica, si divide per dodici la spesa del 2019 e ogni mese si può spendere solo questo quantitativo.

Perché sarebbe meglio evitarlo

Potendo gestire solo le spese ordinarie, non si potrebbero effettuare gli investimenti preventivati nella manovra di bilancio e di conseguenza ne risentirebbe la crescita economica del Paese, con ulteriore perdita di fiducia da parte degli investitori. Per questo motivo, secondo gli esperti, l'ipotesi dell'esercizio provvisorio andrebbe scongiurata. 

Il possibile aumento dell'Iva

La manovra del 2019 prevede che l'Iva ordinaria salga dal 22% al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021 e l'Iva agevolata dal 10% al 13% nel 2020. Per disinnescare l'aumento, il governo dovrebbe trovare risorse per 23 miliardi di euro nel 2020 e quasi 29 miliardi nel 2021. Ovviamente, con l'esercizio provvisorio non ci sarebbero i margini per scongiurare questo rischio in quanto l'aumento dell'imposta è già previsto a legislazione vigente.

Quando è già successo

Da quando c'è la Costituzione della Repubblica, l'esercizio provvisorio è stato adottato 33 volte, in pratica dal 1948 al 1968 c'è sempre stato. Ma dalla metà degli anni '80, è stato usato solo due volte: con Craxi, per due mesi, nel 1986 e con Goria, tre mesi, nel 1988. Anche nel 2016 si rischiò l'esercizio provvisorio, dopo il referendum costituzionale e le dimissioni da presidente del Consiglio di Matteo Renzi. In quel caso, però, per evitarlo Renzi rimase in carica per qualche giorno, in modo da approvare la manovra.

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