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Scontro Lega-M5s, Conte ricuce: "Soddisfatto dei miei ministri, non sto vivacchiando"

Politica

Il premier ha gettato acqua sul fuoco dopo le tensioni tra Di Maio e Salvini. "Siamo qui per realizzare un progetto di riforme molto ampio", ha detto. Poi ha assicurato: "Nessuno mi ha chiesto un rimpasto". E sulle Autonomie: "I governatori non avranno tutto"

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"Dopo la pausa della competizione elettorale europea nessuno dei ministri mi ha mai prospettato la possibilità di un rimpasto, di una ricomposizione della squadra di governo". Lo ha assicurato il premier Giuseppe Conte, intervenuto in conferenza stampa per gettare acqua sul fuoco all’indomani di una giornata di duro scontro tra i due alleati di governo, M5s-Lega. "La mia posizione sul governo è molto chiara, siamo qui per realizzare un mandato preciso e un progetto di riforme molto ampio. Invito i giornali e tutti a non valutare il nostro operato giorno per giorno. Stiamo riformando il Paese: forse non ce ne accorgiamo ma lo stiamo facendo. Questo progetto richiederà del tempo ma si completerà nel giro di mesi, un anno", ha spiegato il presidente del Consiglio. Conte ha aggiunto: "Prendo gli impegni e li porto al termine. Mi trovate sempre qui, a realizzare richieste e bisogni dei cittadini. Fino a che sarò seduto a Palazzo Chigi il governo avrà tutta la forza di rispettare tutti gli impegni istituzionali, compresa la manovra".

Conte: "Sento spesso Mattarella, non è una notizia"

"Nei prossimi giorni sarò prima a Foggia in Puglia e poi a Campobasso o Isernia per sottoscrivere due contratti istituzionali di sviluppo. Poi andrò in Basilicata e Calabria. Io sto lavorando e non vivacchiando: potete stare tranquilli", ha sottolineato Conte, aggiungendo di star lavorando al progetto sull'Autonomia e ad "un'ampia riforma fiscale, che non è solo un problema di aliquote - dice - ma molto più complesso". A chi gli ha chiesto se abbia sentito il capo dello Stato, ha risposto: "Non capisco perché sia una notizia" che abbia sentito il presidente della Repubblica. "Con lui interloquiamo spesso, sono colloqui istituzionali".

"Difendo i miei ministri"

Il premier ha spiegato che l’unico rimpasto ha riguardato il ministero della Famiglia, con Lorenzo Fontana che è diventato ministro per gli Affari Ue e con la deputata leghista Alessandra Locatelli che ha preso il suo posto al dicastero della Famiglia. "C'era da completare la squadra e avevo posto la condizione prima di terminare la procedura d'infrazione, risultato fondamentale - ha sottolineato Conte -. Avevo anticipato a Di Maio e Salvini che un attimo dopo la chiusura della procedura avremmo completato la squadra e così è avvenuto. Per il resto non mi è arrivata nessuna richiesta". Per quanto riguarda le critiche espresse oggi dal leader della Lega sull’operato dei ministri Trenta e Toninelli, Conte ha replicato: "Quando mi verranno poste delle questioni riguardanti l'operato di un ministro mi porrò il problema. Se qualcuno dei ministri ha qualche osservazione viene da me e me la rappresenta. Io sono soddisfatto della mia squadra, stanno lavorando tutti bene". Il premier ha poi sottolineato l'importanza, anche su questo punto, della "correttezza istituzionale".

"Autonomia: governatori non avranno tutto, è negoziato"

Parlando dell’iter della riforma sulle Autonomie ha evidenziato che "il clima di lavoro è stato molto sereno e proficuo". Per quanto riguarda il capitolo scuola, ha affermato: "Io tenevo molto al fatto che il modello della scuola non può essere frammentato, non possiamo pensare che l'Autonomia differenziata significhi frammentare questo modello. Probabilmente i governatori interessati non avranno tutto quello che hanno chiesto ma ci sta, è un negoziato tra Stato e Regioni". "Continuerò all'inizio della settimana prossima con incontri ristretti - ha proseguito -. Un nodo politico è rimasto, ed è quello dei beni culturali".

Lo scontro nel governo e la momentanea tregua

La tensione tra Lega e M5s è esplosa ieri, con il governo che è stato vicino alla crisi a seguito del voto europeo e dell’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega. Oggi invece è arrivata la tregua: "Parliamo e andiamo avanti", ha detto Di Maio, mentre Salvini ha chiarito: "Il problema non è Di Maio, ma i no dei 5 Stelle". Il leader pentastellato ha invitato il collega a incontrarsi, ed il ministro dell’Interno ha risposto: "Ci vedremo sicuramente, ma a colpi di no l'Italia non può andare avanti".