Cantone a Sky TG24: "Decreto sblocca cantieri presenta norme pericolose"

Politica

Il presidente dell’Anac parla delle criticità nella norma: “Deroghe eccessive e semplificazioni troppo ampie oltre alla questione dei subappalti” dove il rischio di infiltrazioni mafiose è alto. E sul decreto Genova: norme antimafia "inserite su mia segnalazione"

"Lo sblocca-cantieri ha vari aspetti problematici”, alcuni anche “pericolosi” (COSA PREVEDE). A dirlo è il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone, intervistato da Sky TG24. Il provvedimento “semplifica gli affidamenti sotto i 200mila euro, che sono tantissimi negli enti locali, e questa è una norma pericolosa. Prevede eccessive deroghe ai commissari di governo. Poi c'è la norma sui subappalti che ha una serie di rischi collegati alle infiltrazioni mafiose ed è pericolosa sul piano della qualità delle opere. È noto che i subappaltatori operano in regime di ulteriore risparmio: più che al far bene si pensa al 'fare comunque’”, spiega Cantone.

“Il mio parere ritenuto non utile”

"In questo provvedimento, sulle grandi opere c'è poco, tranne la norma sui commissari straordinari che è molto pericolosa" per le deroghe concesse ai commissari stessi, ha sottolineato ancora Cantone. "Per le opere fino a 200mila si lasciano mani libere, oltre questo tetto ci sono procedure ipergarantite: non mi sembra che sblocchi le opere". Quanto al fatto che Cantone e l'Anac non siano stati sentiti, per un parere, durante la stesura dello sblocca cantieri, "il Parlamento - ha osservato il presidente dell’Anac - non ha ritenuto in questa fase opportuno sentirmi: è una scelta, non fa nulla. Si vede che non ritenevano utili le cose che avrei avuto da dire. Noi faremo uno studio e lo metteremo a disposizione", ha aggiunto, sottolineando: “I miei rapporti personali di tipo istituzionale con i componenti del Governo sono formalmente buoni. Per la prima volta si è verificata questa situazione che mi auguro sia stata un incidente dovuto alla fretta”.

Il decreto Genova

Nell’intervista, il presidente dell’Anac commenta anche il decreto Genova, emanato dopo il crollo del ponte Morandi. "Il primo testo del decreto non prevedeva i controlli antimafia. Fu in sede di audizione in Parlamento che segnalai questo aspetto e poi le norme furono inserite. È positivo che queste misure siano state utili", ha sottolineato Cantone a proposito della prima interdittiva antimafia per una azienda impegnata nei lavori di ponte Morandi. Cantone, infatti, fu sentito dalla commissione Trasporti e Ambiente della Camera il 10 ottobre scorso e in quell'occasione segnalò quelle che riteneva delle criticità del decreto Genova. Segnalò in particolare il fatto che nel testo - che poi è stato rivisto - era prevista una deroga a tutte le norme extrapenali. Ma questo comportava anche "la deroga al Codice antimafia e alla relativa disciplina sulle interdittive", fece notare il numero uno dell'Anac. "Non ritengo di dover sottolineare i rischi insiti in tale omissione, soprattutto perché vi sono molte attività connesse alla ricostruzione (dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti, ad esempio) in cui le imprese mafiose detengono purtroppo un indiscutibile know how", è stato il commento di Cantone. La questione fu anche oggetto, in quella stessa giornata, di un botta e risposta con Palazzo Chigi. Successivamente però il decreto fu integrato. “Mi chiedo cosa sarebbe accaduto se quelle norme non fossero state inserite? Allora è evidente che in certe fasi le critiche non devono essere viste come un dato negativo ma semplicemente come un dato costruttivo, in cui qualcuno che ha una competenza può dare indicazioni”, ha sottolineato oggi Cantone.

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