Il presidente della Repubblica, contemporaneamente alla promulgazione, ha inviato una lettera ai presidenti delle Camere e al premier Conte con alcune osservazioni. Salvini: "Non è il far west, ci si può difendere senza rischiare di passare anni in tribunale"
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la legge sulla legittima difesa (COSA CAMBIA), il cui disegno di legge era stato approvato in terza lettura al Senato lo scorso 28 marzo. Il capo dello Stato, contestualmente alla promulgazione della legge, ha inviato una lettera ai presidenti del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, della Camera dei Deputati, Roberto Fico, e al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Il vicepremier Matteo Salvini: "La legittima difesa è legge. Entri in casa mia? Posso difendermi. E non è il far west".
Salvini: "Chi entra in casa altrui armato da oggi ne paga le conseguenze"
Esulta il ministro dell’Interno Matteo Salvini: "Bellissima notizia per gli italiani perbene e pessima per i delinquenti: come avevamo promesso, da oggi la legittima difesa è legge dello Stato! Grazie al presidente della Repubblica. Noi stiamo dalla parte di chi si difende". Il vicepremier leghista poi precisa: "Io ascolto con interesse estremo i rilievi del capo dello Stato, ma la legittima difesa è legge dello Stato e i rapinatori da oggi sanno che se entrano in una casa, un italiano può difendersi senza rischiare di passar anni davanti a un tribunale in Italia. Questa legge rende il mestiere dei rapinatori più pericoloso di quello che era ieri". E su un eventuale ricorso alla Consulta commenta: "Ricorso alla Consulta? Vorrei vedere qualche giudice della Consulta, dio non voglia, che si trovasse qualcuno in casa armato e sta lì a sfogliare il Codice penale prima di difendere se stesso e i figli. Siamo seri. Chi entra in casa altrui armato, da oggi ne paga le conseguenze".
Le opposizioni
"La riforma della legittima difesa era nel programma di centrodestra. Per questo Forza Italia l'ha sostenuta nella consapevolezza che ogni cittadino ha diritto di sentirsi al sicuro in casa e di tutelare l'incolumità propria e dei propri cari", ha detto il senatore di Forza Italia Renato Schifani. "I rilievi del Presidente Mattarella sono come sempre motivati ed equilibrati e certamente vanno tenuti nella massima considerazione". Duro invece il commento di Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana): "Non servono norme di propaganda inefficaci e che rischieranno di complicare ulteriormente le situazioni. È per questo che le parole di oggi del Capo dello Stato sono sagge e quantomai opportune: è lo Stato che deve garantire la sicurezza dei cittadini, una sicurezza che non verrà certo da una legge scritta male e pensata solo per raccattare 4 voti".
Le osservazioni di Mattarella nella lettera
Nella lettera il capo dello Stato osserva che la condizione di "necessità" non può essere abolita dalla nuova legge, perché sarebbe contraria ai principi costituzionali, ovvero perché la difesa sia legittima deve continuare a sussistere la necessità di difendersi da un pericolo attuale (ossia in atto, contemporaneo) di un'offesa ingiusta. Inoltre, l'introduzione del concetto di "grave turbamento" non può essere invocato "soggettivamente" da chi ha sparato: se fosse una scriminante sempre e comunque chiunque abbia sparato potrebbe dire di essersi sentito in stato di grave turbamento per evitare il processo per eccesso di legittima difesa. Bisogna invece che questo stato di grave turbamento sia riconosciuto oggettivamente. Nella lettera vengono anche segnalati due errori materiali: alcune garanzie fornite dalla legge per chi si è avvalso della legittima difesa non vengono estese al di fuori del domicilio (per esempio se si viene aggrediti per strada) né al reato di rapina (considerato più grave di quello di furto o di scippo).
Il testo integrale della lettera
Ho promulgato in data odierna la legge recante: "Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa". Il provvedimento si propone di ampliare il regime di non punibilità a favore di chi reagisce legittimamente a un'offesa ingiusta, realizzata all'interno del domicilio e dei luoghi ad esso assimilati, il cui fondamento costituzionale è rappresentato dall'esistenza di una condizione di necessità. Va preliminarmente sottolineato che la nuova normativa non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l'azione generosa ed efficace delle Forze di Polizia. L'art.2 della legge, modificando l'art.55 del codice penale, attribuisce rilievo decisivo "allo stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto": è evidente che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta. Devo rilevare che l'articolo 8 della legge stabilisce che, nei procedimenti penali nei quali venga loro riconosciuta la legittima difesa "domiciliare", le spese del giudizio per le persone interessate siano poste a carico dello Stato, mentre analoga previsione non è contemplata per le ipotesi di legittima difesa in luoghi diversi dal domicilio. Segnalo, infine, che l'articolo 3 della legge in esame subordina al risarcimento del danno la possibilità di concedere la sospensione condizionale della pena, nel caso di condanna per furto in appartamento o per furto con strappo ma che lo stesso non è previsto per il delitto di rapina. Un trattamento differenziato tra i due reati non è ragionevole poiché - come indicato dalla Corte costituzionale, nella sentenza n. 125 del 2016 - "gli indici di pericolosità che possono ravvisarsi nel furto con strappo si rinvengono, incrementati, anche nella rapina".