L’ex comandante della Capitaneria di Porto di Livorno, senatore espulso dal M5s, potrebbe salire sulla nave Mare Jonio, che a breve salperà dalle coste italiane verso la Libia
Gregorio De Falco torna a bordo. L’ex comandante della Capitaneria di Porto di Livorno, noto per la colorita esortazione al Comandante Schettino a “salire a bordo”, durante il naufragio della Costa Concordia, starebbe per tornare in mare, per rendersi utile nelle operazioni di salvataggio di migranti nel Mediterraneo.
L’esperienza con i 5 stelle
Da quel 13 gennaio del 2012, il comandante ha cambiato più volte pelle. Dopo i mesi difficili che seguirono il naufragio, Gregorio De Falco si unì al M5s e venne eletto, nel marzo del 2018, al Senato. Non furono mesi facili neanche quelli. Con il governo M5s- Lega, da subito ci furono frizioni, dalle polemiche per il condono ad Ischia, alle perplessità sul decreto sicurezza, fino alla rottura sulla politica migratoria. L’ex comandante, proprio l’ultimo giorno del 2018, viene espulso dal movimento.
De Falco torna a bordo
A questo punto una nuova svolta. O forse un ritorno alle origini. L’ex comandante, nelle ultime settimane, si starebbe preparando per tornare a gestire situazioni di difficoltà in mare e salvare vite umane, in particolare nelle operazioni di salvataggio di migranti nel Mediterraneo. Il senatore sarebbe pronto a partecipare a una delle prossime missioni della nave Mare Jonio, che a breve salperà dalle coste italiane per dirigersi di nuovo al largo della Libia. "Le missioni che sta compiendo la nave Mare Jonio così come quelle delle Ong sono missioni degnissime- ha dichiarato- missioni che non possono non destare l'attenzione di chiunque di noi, in particolare di un parlamentare della Repubblica che putacaso è un ufficiale di Marina, della Guardia Costiera, di quel corpo deputato al salvataggio delle persone in mare".
"È chiaro"- ha detto alla conferenza di Mediterranea, che si è tenuta a Roma- “che la circostanza dovrà essere valutata in maniera approfondita. Sto valutando se andare a bordo perché si tratta di una missione civile molto ampia che travalica i confini, una missione umanitaria, dovuta, doverosa".
La Mar Jonio e lo scontro con Salvini
Il ministro dell’interno, proprio con l’equipaggio- tutto composto da volontari- della Ong Mediterraneo, aveva avuto uno scontro acceso. Dopo lo sbarco sulle coste siciliane, la nave era stata sequestrata dalla magistratura agrigentina mentre il comandante dell'imbarcazione Pietro Marrone e il capo missione Luca Casarini finirono nel registro degli indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina In quella occasione De Falco aveva reagito con forza: "Una direttiva di Salvini non può essere superiore a una legge né alle convenzioni internazionali che impongono di effettuare l’operazione di soccorso…. Se Salvini dice che a bordo delle navi Ong ci siano terroristi deve portare le prove. Questo è uno stato di diritto, non di polizia".
Gregorio De Falco: il suo ruolo nel naufragio della Costa Concordia
Il 13 gennaio 2012 la nave da crociera Costa Concordia, capitanata dal comandante Francesco Schettino, urtava uno scoglio nelle acque dell’Isola del Giglio. De Falco a quel tempo aveva il ruolo di capo sezione operativa della Capitaneria di porto di Livorno e subito dopo il naufragio assunse il coordinamento dei soccorsi.
Gregorio De Falco divenne famoso dopo la divulgazione delle comunicazioni radio tra la sala operativa della Guardia costiera livornese e la nave. Il dialogo tra De Falco e Schettino, verrà ricordato in particolare per la frase “colorita” con cui il militare intimava al comandante della Concordia di tornare sulla nave.