Revenge porn, ok unanime dell'Aula: reclusione fino a 6 anni e multe fino a 15mila euro

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Consenso da commissione Giustizia e Camera. L'opposizione: "È una nostra vittoria". Intanto la Lega ritira l'emendamento che prevede la castrazione chimica: "Consapevoli della non condivisione del M5s". Salvini: "Niente litigi, ma si va avanti"

Dopo la bocciatura in Aula dello scorso 28 marzo, arriva l’ok della commissione Giustizia della Camera e il sì unanime dell'Aula di Montecitorio all'istituzione del reato di Revenge porn. L'emendamento è stato approvato con 461 voti a favore e nessun contrario. L'esito del voto è stato accolto da un applauso, con i deputati Fi e Pd tutti in piedi a battere le mani. Soddisfatta quindi l'opposizione, che rinuncia ai tempi per i sub emendamenti. Si tratta di un provvedimento contestuale al ddl “Codice Rosso”, sulla violenza sulle donne (LE NOVITÀ). Intanto, sempre per quanto riguarda questo ddl, la Lega ha ritirato l'emendamento che avrebbe introdotto la castrazione chimica. Lo ha detto il ministro Giulia Bongiorno. "Siamo consapevoli - ha detto - che questo emendamento, in questa fase, non è condiviso dal M5S. Abbiamo una priorità, in questo momento, che è quella di fare andare avanti in maniera compatta il governo e questo provvedimento". Una rinuncia che sembra però solo temporanea da parte del Carroccio, come traspare dalle parole del leader Matteo Salvini. "Oggi è una giornata troppo bella, troppo importante per le donne per perderla in polemiche su emendamenti e litigi. Uno stupratore non solo va incarcerato ma va curato. Andremo avanti ma ne parleremo più avanti".

Cosa prevede il testo

Il testo sul Revenge porn prevede che chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5mila a 15mila euro. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o il video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da una persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici. La pena viene poi aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza. Il delitto viene punito a querela della persona offesa e il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale.

Di Maio: "Ora la legge in Aula", Boldrini: "Vittoria opposizioni"

"Bene l'emendamento unitario sul Revenge porn. Ora approviamolo, ma poi portiamo subito in Aula la legge della senatrice del Movimento 5 Stelle Elvira Evangelista per regolamentare la materia nel suo insieme. Lo dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie!", questo il commento su Twitter di Luigi Di Maio, vicepremier e leader del M5s. "È una vittoria delle opposizioni", esulta invece Laura Boldrini, mentre Federica Zanella di Fi puntualizza che il testo riprende quello a sua firma "aggiungendo il reato di divulgazione e l'aumento di pena per le condotte realizzate ai danni di disabili".

Salvini: "Uno stupratore va curato"

Per Salvini "uno stupratore, uno che mette le mani addosso a una donna o un bambino, non solo va incarcerato ma va curato perché malato. E i malati si curano, con le aspirine, o con altre medicine che volontariamente li mettano in condizione di non ripetere le loro schifezze. Andremo avanti".

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