I due vicepremier commentano i risultati delle regionali sarde, assicurando che “per il governo non cambia nulla”. Per il candidato pentastellato Desogus la strada era “in salita” e il Movimento “ha fatto del suo meglio”
La vittoria del centrodestra, e del suo candidato Christian Solinas, alle regionali in Sardegna segna un altro momento di riflessione per i due partiti dell’esecutivo gialloverde. Da una parte il leader del M5S Luigi Di Maio assicura che “per il governo non cambia nulla” e annuncia "novità importanti per il Movimento". Ma poi aggiunge critico: “Spero invece che per la Sardegna possa cambiare qualcosa ma se governano queste ammucchiate è un po' difficile”. Il collega Matteo Salvini, invece, decide di puntare contro l’opposizione: "Dalle politiche a oggi se c'è una cosa certa è che su sei consultazioni elettorali, la Lega vince 6 a 0 sul Pd”. (ZEDDA AMMETTE LA SCONFITTA)
Di Maio: “Il problema sono le ammucchiate delle liste civiche”
“È inutile confrontare il dato delle amministrative con le politiche: noi a livello amministrativo abbiamo sempre avuto risultati diversi da quello nazionale e anche in questo caso la Sardegna non fa eccezione", sottolinea il vicepremier Di Maio, dicendosi “positivo” perché “per la prima volta in Sardegna entriamo con diversi consiglieri regionali". “Certo, eravamo 60 candidati contro 1.350 con decine di liste civiche e una scheda elettorale che era un lenzuolo. Se si guarda agli altri partiti il M5s è in linea con tutte le altre forze politiche. Il tema, quindi, sono le ammucchiate delle liste civiche", attacca ancora Di Maio. Per il leader pentastellato “c’è un certo mondo che sta gioendo nella speranza che il M5s stia morendo. Ma così non è: il M5s è vivo e vegeto e va avanti".
La prima volta della Lega in Sardegna
“Anche in Sardegna, dopo il Friuli, il Molise, Trento, Bolzano e l'Abruzzo i cittadini hanno scelto di far governare la Lega”, esulta il leader leghista Mattero Salvini che aggiunge: “E come in Abruzzo anche in Sardegna è la prima volta che ci presentiamo alle Regionali. Grazie a tutti quelli che hanno deciso di darci fiducia".
Desogus (M5s): “Era una strada in salita”
Il candidato governatore del M5s Francesco Desogus imputa a "una legge regionale per noi difficile” la strada “in salita” che ha dovuto affrontare il suo movimento. “Ma soprattutto siamo partiti da zero senza tutte quelle liste che sostenevano centrodestra e centrosinistra”, aggiunge. Nonostante questo, sottolinea di non essere "già stato convinto di perdere, anche se era una partita molto difficile". “Sono apparso solo nelle ultime settimane, era difficile farmi conoscere bene in tutta la Sardegna. Abbiamo fatto il possibile. Le frizioni con la Lega al governo? Penso che abbiano pesato poco o niente”, conclude. "Dico solo viva la democrazia: si dà il mandato per cinque anni a chi vince le elezioni e poi si rivedrà'", è il commento che arriva invece dal presidente della Camera Roberto Fico.
Meloni: “Fine del governo di avvicina”
Chi non crede alle rassicurazioni di Di Maio, secondo cui nel governo non cambierà nulla, è la leader di FdI Giorgia Meloni: "Dopo questo nuovo tracollo dei Cinque Stelle mi sembra che la fine del governo si stia avvicinando". Meloni si dice “molto soddisfatta dell'ennesima vittoria del centrodestra dopo le politiche, e in particolare della crescita di Fratelli d'Italia e Lega, gli unici ad andare avanti".
I risultati
Christian Solinas ha vinto con il 47,8% (363.946 voti). Seguono Massimo Zedda (Centrosinistra) al 32,9% (250.560 voti), Francesco Desogus (M5s) con l’11,1% (85.046 voti), Paolo Giovanni Maninchedda (partito dei Sardi) al 3,34% (25.478 voti), Mauro Pili (Sardi Liberi) al 2,3% (17.568 voti), Andrea Murgia (Autodeterminazione) all’1,82% (13.907 voti) e Vindice Mario Lecis (Sinistra Sarda) al 0,60% (4.275 voti). Le schede bianche sono state 6.880, quelle nulle 810, mentre quelle contenenti errori e quindi con voti nulli 15.131.
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