Reddito di cittadinanza: per gli stranieri serve certificato del paese d'origine

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La commissione Lavoro del Senato ha approvato un emendamento della Lega al decretone che rende più complesso il percorso per gli extracomunitari: sussidio dopo una "certificazione" rilasciata dallo stato di provenienza e "legalizzata dall’Autorità consolare italiana"

Per gli stranieri extracomunitari diventa più complesso il percorso per ottenere il reddito di cittadinanza (COSA PREVEDE): la commissione Lavoro del Senato ha infatti approvato un emendamento della Lega al decretone che vincola l'accesso alla presentazione di "certificazione" di reddito e patrimonio e del nucleo familiare rilasciata dallo Stato di provenienza, "tradotta" in italiano e "legalizzata dall'Autorità consolare italiana". Vengono invece esentati i rifugiati politici e chi proviene da Paesi dai quali non è possibile ottenere la certificazione. Il ministero del Lavoro avrà però tre mesi per stilare la lista di questi Paesi.

In caso di dimissioni, solo il singolo perde il reddito

Quello leghista non è il solo emendamento approvato dalla commissione Lavoro sul reddito di cittadinanza. In base alla proposta presentata dal M5s, un’altra novità vuole che in caso di dimissioni volontarie non avrà diritto al reddito di cittadinanza il solo componente del nucleo che si è dimesso, non tutta la famiglia. L’emendamento corregge la norma contenuta nel Decretone che prevedeva invece l'esclusione per 12 mesi dalle dimissioni volontarie l'intero nucleo familiare.

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